GUBERAC, IL TALENTO IN...ESPRESSO?
Torna Aldo Simonetti con le sue gettonatissime 'meteore'. In quest'articolo ci parla di Ivica Guberac, centrale di centrocampo che a Taranto ha fatto la tribuna, per poi vincere tutto in patria e brillare anche in Champions
Quella che stiamo per trattare è una di quelle meteore il cui passaggio nei cieli di terra ionica è stato avvertito solo per mezzo di un telescopio. Ebbene si, malgrado il possente fisico (186 cm per 75 kg) degno di un Jean Claude Van Damme in versione "Street Fighter", Ivica Guberac è passato praticamente "inosservato" nell'ambiente calcistico - e non solo - tarantino.
Siamo agli inizi della stagione 2008-09 e la società rossoblù del patron Gigi Blasi decide di puntare su diversi calciatori di nazionalità non italiana. Tra le motivazioni da addurre a tale insolita scelta, oltre al gusto per l'esotico vi è la voglia di scommettere su elementi dal nome desueto e dare avvio a delle sperimentazioni; del resto, l'annata in questione non preannunciata in 'pompa magna', rappresenta terreno fertile per questo nuovo modo di concepire il calcio, una novità in quella centenaria rossoblù. Cosi', lo spogliatoio dello 'Iacovone' diviene una piccola "Babele" di lingue e razze diverse. Tra gli otto nomi di matrice esotica compare, appunto, quello del centrale di centrocampo Guberac, il cui ingaggio da parte della Taranto Sport (ultima denominazione della società prima di quella attuale) viene ufficializzato il 14 ottobre. Tuttavia, il "piccolo" gigante sloveno ( l'ossimoro è d'obbligo considerando la giovane età del calciatore, appena ventenne) calca il manto erboso dell' impianto del rione Salinella già da un mese, sotto l'egida di Rijat Shala, suo 'tutor', nonchè compagno l'anno precedente a Cagliari e quasi connazionale: Slovenia e Kosovo (paese d'origine di Shala, naturalizzato poi svizzero) sono infatti accomunate dall'appartenenza all'anacronistica Repubblica di Jugoslavia il cui ricordo, evidentemente anche per i due, è rimasto vivo. Digressioni storico-politiche a parte, il ragazzone di Koper riesce a fare mostra di sè durante le consuete partitelle infrasettimanali, in virtù delle grandi doti tecniche abbinate a una fisicità imponente, tali da renderlo un centrocampista duttile, di quantità e qualità all'occorrenza. Qualcuno ne tiene conto qualche chilometro al di là del Friuli, da dove giungono diverse chiamate in vista di alcuni matches della nazionale under 20 slovena. Ciononostante, mister Dellisanti sembra restare impassibile dinnanzi alle capacità del talento slavo che, difatti, ignora. Proprio il reparto mediano, grosso punto debole di questa squadra, necessita di qualità e freschezza atletica, viste le deludenti 'performance' in campionato. Ivica potrebbe costituire manna dal cielo per un centrocampo abulico, ma le scelte ricadono sempre sugli stessi uomini che, puntualmente, deludono le aspettative. Giunge così gennaio, tempo di mercato, mese di bocciature e conferme, partenze e arrivi e da questo vortice viene inghiottito, suo malgrado, anche il nostro protagonista che così rescinde il contratto. Valigie alla mano, decide di abbandonare il Belpaese e fare ritorno in patria, con l'intenzione di accasarsi laddove possa avere una concreta possibilità di giocare. E' il Koper, compagine della massima serie, a concedergli questa occasione, naturalmente sfruttata a dovere. Sicchè, colui al quale a solo un anno e mezzo fa Taranto veniva domenicalmente riservato un posto in tribuna, è tuttora detentore del titolo nazionale e della Supercoppa di Slovenia. Niente male, direte. E, come se non bastasse, è riuscito persino a realizzare una rete in uno dei due match per i preliminari di Champions contro la Dinamo Zagabria lo scorso 20 di luglio. Si, proprio lui, che è passato da noi alla stregua di un espresso ad alta velocità. Roba da mordersi le mani...
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