Stea: "Campo Scuola di atletica? Lotteremo fino in fondo"
di Aldo Simonetti
Dei suoi importanti trascorsi in politica non ha mai fatto mistero. Senza, tuttavia, crogiolarsene nè farne fonte di tornaconto personale, bensì mantenendo -pur a distanza di anni dall'uscita di scena- costantemente il suo impegno per il bene della collettività. Giuseppe Stea, nel "mala tempora currunt" della storia sociale tarantina, si fa portavoce delle istanze del popolo, mediando e incoraggiando. In qualità altresì di sportivo ancora praticante, l'oramai annosa vicenda del Campo Scuola di atletica "Valente" rappresenta il suo più grande cruccio e una imminente risoluzione, il suo proposito.
Dottor Stea, a quanto pare, c'era da attendere il suo intervento perchè le coscienze si risvegliassero. Il Campo Scuola di Atletica di Taranto è da anni in stato di notorio abbandono. Come, in tal senso, si è mosso e quali le risposte dell'Amministrazione Comunale?
"Ho ripreso a frequentare la pista del campo scuola “G. Valente”, dopo qualche decennio di assenza, due anni fa. Notai subito lo stato di vergognoso degrado della struttura, in cui era impossibile organizzare gare ufficiali ed allenarsi decorosamente. Nonostante ciò, vedevo tanti giovani allenarsi con passione. Qualche settimana fa, a conclusione dell’allenamento, ho sentito alcuni giovani atleti che si lamentavano per le condizioni nelle quali erano costretti ad allenarsi; ho cominciato a conversare con loro e col prof. Franco Buzzacchino. Era evidente lo scoramento e la mancanza di fiducia nelle loro parole. Di fronte a ciò ho sentito quasi il dovere di prospettare un’iniziativa che smuovesse le acque. “Perché non organizziamo una raccolta di firme indirizzata al Sindaco?” ho proposto loro; non c’è stato immediato entusiasmo, anzi la loro risposta è stata abbastanza scettica: “non serve a niente, non ci sentono nemmeno”. Non mi son fatto smontare e ho dato la mia disponibilità a Buzzacchino per stendere la bozza della petizione; ha accolto positivamente questa mia disponibilità, fornendomi anche del materiale che mi permettesse di scrivere una petizione adeguata. L’ho scritta e gliel’ho fatta visionare: l’ha trovata buona e la petizione è partita, con l’orientamento di raccogliere le firme di atleti ed ex atleti, dirigenti, tecnici; insomma di addetti del settore e non una petizione di massa, che pure avremmo potuto realizzare. Abbiamo chiesto anche ad altri di impegnarsi nella raccolta delle firme, trovando l’immediata disponibilità di Francesca Semeraro e della prof.ssa Anna Maria Paradiso. In pochi giorni sono state raccolte oltre 300 firme; a quel punto abbiamo chiesto l’incontro al Sindaco e dopo qualche giorno abbiamo convocato una conferenza stampa, in cui abbiamo voluto evitare lamentele e proteste puntando su proposte concrete per affrontare e risolvere il problema; la conferenza stampa ha avuto un’eco notevole sugli organi d’informazione e ha determinato un consenso abbastanza ampio sulle nostre proposte. Successivamente a ciò, abbiamo avuto la disponibilità del Sindaco Stefàno ad incontrarci. L’abbiamo incontrato, insieme all’assessore Francesco Cosa, ribadendo la nostra analisi e le nostre proposte; abbiamo ottenuto un riscontro positivo, attraverso l’impegno assunto dal Sindaco e dall’Assessore a realizzare, in tempi brevissimi, la pedana del salto coll’asta e a fissare un successivo incontro per entrare nel merito di eventuali soluzioni e proposte per il rifacimento completo di pista e pedane, insieme al resto del campo scuola".
A supporto di questa giusta causa, anche Francesca Semeraro, autentico talento sportivo 'made in Taranto' e più di tutti penalizzata da tale disservizio.
"Quando lessi dei risultati ottenuti da Francesca Semeraro chiesi all’amica che li aveva postati su fb “ma come ha fatto, allenandosi su quella pedana al campo scuola?”. Francesca, che avevo avuto modo di conoscere in una trasmissione televisiva, è una ragazza piena di entusiasmo e di talento, cui auguro un futuro radioso e pieno di ulteriori successi: ha subito accettato di impegnarsi nella raccolta delle firme e di essere insieme a noi in tutti i successivi passaggi di questa “battaglia” che porteremo avanti fino a quando non otterremo il risultato che auspichiamo. Insieme a lei c’è stato anche l’impegno del fratello e di altri giovani atleti".
Se fosse nei panni del padre di Francesca, pazienterebbe affinchè Taranto le conceda una struttura all'altezza o, egoisticamente, la invoglierebbe a lasciare la città ionica per approdare in lidi sicuri?
"Siamo impegnati in questa “battaglia” e quindi ritengo giusto portarla avanti sino in fondo. Mi auguro quindi che, anche grazie alla nostra iniziativa di pungolo positivo e propositivo, la situazione evolva al meglio e che Francesca, insieme a tutti gli altri atleti di Taranto e provincia, abbia a disposizione una struttura adeguata che esalti le grandi potenzialità esistenti. Al momento quindi non prenderei in considerazione altre ipotesi; se poi dovessimo trovarci, cosa che non auspico, di fronte a un nulla di fatto, riprenderemo nella sua totalità la sua domanda".
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