DI LAURO DOCET / STAVOLTA E' IL TARANTO A "PAGARE" NEGLI ULTIMI MINUTI...
A volte, vedendo le partite di una qualunque categoria del calcio italiano, mi viene da riflettere sul fatto che certe reti realizzate al giorno d'oggi, col vecchio calcio all'italiana non ci sarebbero mai state. E' il caso del gol segnato dal Manfredonia al Taranto a pochi minuti dal termine, quando un lungo lancio dalla retrovia ha sorpreso sul centrodestra Prosperi, fuori posizione perche' piu' indietro rispetto alla linea di Colantoni e Marino e che ha tenuto in gioco De Vita. Quest'ultimo non solo ha calciato una prima volta, ma dopo la ribattuta del capitano non è stato chiuso da nessun altro difensore, riuscendo a far secco Mirarco col secondo tentativo.
E' chiaro che con una difesa all'italiana De Vita non sarebbe non solo riuscito a ribadire in rete la prima respinta di Prosperi, perche' il pallone sarebbe stato spazzato dal libero, ma probabilmente non sarebbe riuscito neanche ad avvicinarsi al pallone in prima battuta, vista l'abilita' dei vecchi stopper di non far arrivare palloni agli attaccanti sui lunghi lanci dalle retrovie.
La disabitudine della marcatura ad uomo ha creato una generazione di difensori in balia degli avversari; il gioco a zona pura dopo gli "ibridi", cioe' marcatori bravi sull'uomo adattati alla zona, non ha piu' sfornato in campo nazionale centrali e terzini in grado di marcare l'avversario. Sacchi ha segnato una svolta positiva per se' perche' aveva Tassotti, Filippo Galli, Baresi che hanno sì imparato a fare la zona pura ma che nei primi anni della carriera erano dei marcatori mastini implacabili, degni eredi dei leggendari difensori italiani. Ora non si impara piu' a marcare ad uomo l'avversario, ora ci si adegua coprendo la propria zona a volte con sincronismi che se non oleati alla perfezione "provocano" la rete del Manfredonia a Taranto.
Il Taranto quest'anno, almeno attualmente, dispone della rosa piu' forte dell'intera categoria: gli manca quel pizzico di furbizia e cattiveria laddove occorre difendere e cercare di chiudere le partite in contropiede. Perche' vie di mezzo non ce ne sono, o dopo passato in vantaggio continui a giocare come prima, cosa che il Taranto di oggi non ha fatto, o ti chiudi dietro a riccio giocando per il contropiede vincente. Vie di mezzo non ne esistono, per questo motivo la squadra non ha chiaro cosa fare in certi momenti della partita: il suo allenatore non riesce ad inculcare nella mentalita' della squadra il tipo di gioco da interpretare a seconda dell'andamento della partita.
Oggi, a mio avviso sarebbe stato da confermare a livello di uomini Oretti invece di Marsili, non al top dopo una gran fase iniziale di torneo. Oretti, centrocampista abile nel gioco a uno, massimo due tocchi, insieme a Vaccaro aveva creato una mediana molto ben congegnata a Pozzuoli, dove non per niente si era visto il miglior Taranto della stagione.
Tornando alle problematiche del gioco a zona è chiaro che schierando Prosperi le distanze tra difesa e centrocampo saranno sempre piu' lunghe e di conseguenza la squadra perdera' un elemento fondamentale del gioco in linea e cioe' la squadra corta.
Non so se devo essere io a dirle queste cose a Favo, ma penso che il mister sappia cio' che ha in mano e tenti di dare un senso alla squadra. A mio avviso, i punti determinanti per continuare a sperare in qualcosa di buono si contano sulle dita di una mano e sono molto meno complicati di quanto possa sembrare allenare una buona squadra di calcio. Tra questi punti è fondamentale ottenere dai giocatori piu' tecnici come D'Avanzo e Mignogna molta piu' concretezza, altrimenti in panchina ci è andato pure Rivera: nessuno è indispensabile.
Gli altri sono una buona preparazione atletica (oggi i ragazzini del Manfredonia sembravano averne di piu') e la mentalita', di cui abbiamo parlato, a seconda dell'andamento della partita. Adattare il modulo ai giocatori e non viceversa e un gruppo moralmente sano e compatto.
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