Shoah, a Taranto uno spettacolo teatrale per non dimenticare
di Maria D'Urso
“Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro”.
Queste parole, a 70 anni dalla tragedia dell’Olocausto,dovrebbero rappresentare l’insegnamento più importante.
E invece, anche se a parole cerchiamo di trasmettere amore ed evitare gli errori del passato, non ci accorgiamo di essere quotidianamente vittime e responsabili dell’odio e della cattiveria che manifestiamo con le guerre e il razzismo che proviamo verso il “diverso”.
Per “non dimenticare” non possiamo far altro che sensibilizzare le giovani generazioni, augurandoci che non ricadano negli stessi errori.
E’ stato questo l’obiettivo della rappresentazione teatrale sulla “Shoah” dedicata alle scuole che è stata portata in scena lunedì 30 gennaio presso l’Auditorium Tarentum,con la regia di Anna De Bartolomeo e Fabio Fornaro, con la partecipazione dei bravissimi Angelo Carone, Deborah De Tommaso, Marco Fanizzi, e Angelo Fucito.
Gli autori dello spettacolo hanno saputo unire citazioni di varie opere cinematografiche e musicali di successo, invogliando anche al sorriso nonostante la delicatezza dei temi trattati.
La storia ripropone gli eventi chiave che hanno segnato la seconda guerra mondiale, seguendo il percorso storico con il racconto degli avvenimenti in chiave ironica o commovente attraverso le scene di alcuni film.
La scenografia presenta due sedie e due banchi: sobria, come la luce che illumina tutto.
Ci sono due fratelli. Uno legge l’insegna “Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei” e domanda al maggiore il motivo di quella scritta.
Una serie di divertenti battute che ricrea l’atmosfera del film “La Vita è Bella” riproponendo in chiave moderna i fratelli De Rege interpretati da Angelo Fucito e Fabio Fornaro.
La seconda scena, invece, si tinge di malinconia: ci ritroviamo in una stanza con due donne. La più anziana inizia un commovente monologo sulla vita e denuncia gli orrori dei campi di concentramento.
E’ un momento toccante. L’attrice Deborah De Tommaso rievoca le parole del film “La scelta di Sophie”.
Due personaggi, Hitler e il Generale, interpretati rispettivamente da Angelo Fucito e Fabio Fornaro, vengono messi alla berlina: il Fuhrer viene rappresentato come un condottiero frivolo, stolto, facilmente influenzabile dalle idee maligne del Generale (Fabio Fornaro), che balla e canta sulle note di canzoni divertenti, ironizzando sulla conquista del mondo e la cattura degli ebrei.
Si ironizza ricordando il “Grande Dittatore” di Chaplin, per poi tornare al registro “serio” con il tentato tradimento a Hitler da parte di alcuni soldati tedeschi e il suo discorso sulla “soluzione finale” per la “questione ebraica”.
Dopo l’uscita di Hitler, ritorna nuovamente Sophie: piange e si dimena, urla disperandosi perché tutto il mondo sapeva degli orrori che si consumavano nei campi di concentramento e nutre il rimorso per la morte della figlia.
Un balletto sulle note di “Springtime for Hitler”, esplicito richiamo del film musicale “The Producers”, alleggerisce i toni, sino ad arrivare alla resa dei conti con il processo di Norimberga.
E’ la volta di due Generali, seduti al centro del palco: entrambi rinnegano le atrocità commesse e raccontano la loro “verità”, giustificando l’uccisione di dieci milioni di persone e la “soluzione finale”.
E’ l’ora della commozione, con una serie di filmati e testimonianze degli orrori commessi nei campi di sterminio: una tragedia indimenticabile per chi ha visitato quei posti.
Lo spettacolo si chiude con il discorso tratto dal “Grande Dittatore”: un esplicito invito all’amore, all’unità, alla pace.
La Shoah è una ferita aperta, che non si rimarginerà mai: l’umanità ha osato distruggere se stessa. Uomo contro uomo.
Una malvagità imperdonabile, che ci impegna a “non dimenticare”: una macchia d’orrore che non scomparirà mai dal volto dell’Europa.
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