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DIARIO DI UNA TARANTINA: "TARANTO? GUAI A CHI ME LA TOCCA! "

12.12.2013 22:34

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Sono nell’ufficio anagrafe del comune “x” per riportare la mia residenza a Taranto, dopo anni da “emigrata”. L’impiegato mi guarda pensieroso e poi esclama: “Signorì!...ma chi ve lo fa fare?”…

Lo guardo, quindi, con sguardo perplesso…non so che rispondergli…potrei dirgli molte cose, ma finisce che non gli dico nulla.

“Caro impiegato del comune” penso, vorrei almeno da te una nota di colore stamane e di calore, visto che l’aria è un po’ frescolina.

Ma tu, invece mi biasimi perché io ritorno a Taranto, a Tarde nuestre…

Taranto, caro impiegato, nel bene e nel male ti dà da mangiare, e vorrei che fosse per tutti i nostri concittadini così, senza ci fosse, il bisogno, l’urgenza di andare lontano, a meno che non si tratti di una una libera scelta.

Una domanda però gliela faccio…diciamo che me la “toglie di bocca”!

“Scusi, ma lei, perché mi parla così?”. Alza la testa e mi guarda, l’ho spiazzato…non si aspetta la domanda. Mi incalza: “ E perché, perché…signorì!...ma l’ha visto come sta messa la città?”

“Certo che l’ho visto. Sta messa come quando l’ho lasciata!”.

“Signorì, qua non cambia niente…è uno “squascio”!

Allora io gli rispondo: “ e perché è uno “squascio”?

L’impiegato imperterrito ripete che la città è uno squascio perché i Tarantini non servono…io di rimando gli rispondo che anche lui è Tarantino. A quel punto il signor x mi guarda fisso negli occhi dicendomi che lui in realtà è trapiantato, e che in effetti da dove viene lui, cioè dalla provincia di Taranto, la gente è decisamente di una qualità superiore. Io insistendo gli domando da quanto tempo viva a Taranto e vengo a sapere che in realtà a Tarde nuestre il caro impiegato ha fatto pure le elementari.

Il giorno dopo mi reco in ferramenta per doppiare le chiavi della mia nuova casa e “maestra a stessa”!

La cliente prima di me si lamenta della città e dei Tarantini, le faccio osservare che anche lei è Tarantina, ma lei, compunta alza le mani e scuote la testa, dicendomi che i suoi genitori in realtà sono di quel paese x, sempre della provincia di Taranto! Il proprietario della ferramenta, di cui, è ovvio, non farò il nome, asseconda la cliente dicendo che in effetti i Tarantini sono cattive persone e che neanche lui è originario di Taranto. A quel punto insorgo, e lo inondo di osservazioni compunte, dicendogli che il “piatto in cui sputa” è quello in cui mangia!

Ora sono proprio arrabbiata e affranta e mi chiedo dove siano finiti i Tarantini se i cittadini che abitano la città da 30, 40 anni o addirittura dalla nascita, vantano altre discendenze!

A chi dobbiamo dare la colpa dello “squascio” di Tarante nuestre se siamo tutti di un’altra città? Di un altro paese? Forse, dobbiamo risalire allo sbarco degli Spartani per trovare un Tarantino che si faccia carico della cura della città? Ma forse anche lui smentirebbe il fatto di essere tarantino, perché la leggenda racconta che quella colonia di Spartani approdati a Saturo nell’VIII sec. a.c., era costituita da figli di nn, cioè illegittimi…E in conclusione, chi mai ammetterebbe di essere un figlio di puttana?...


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