IT'S MUSIC / "TRIBUTE" - JOHN NEWMAN
Non si comprende bene se il titolo del disco d’esordio di John Newman faccia riferimento alle icone a cui si ispira o ad altro, di certo “Tribute”, il debutto del ventitreenne inglese pubblicato il 14 Ottobre per l’Island Records, è uno di quegli esordi da ricordare
Conosciuto ai più per le superhit del momento “Love Me Again” cantata, ballata e utilizzata davvero ovunque e da chiunque – da case automobilistiche per spot TV a soundtrack per videogame - il ragazzo bianco con la voce da nero sforna da subito un disco di altissimo profilo pop/soul, tra i generi del momento, rilanciato alla fine dello scorso decennio dalle connazionali Amy Winehouse e Adele, e conferma ancora una volta gli alti livelli della corrente musicale di un’Inghilterra che continua a dare lezioni di musica al mondo. L’album che parte proprio con la title-track “Tribute”, è presentato da delle voci elettroniche che riassumono in pochi secondi i nomi di quelli che sono stati i grandi della musica degli ultimi decenni, per poi dare il via all’ottimo brano, che presenta tastiere e campionamenti caratterizzanti l’intero disco, il quale mostra subito le carte giuste per sembrare già dai primi minuti un album vincente. A seguire il tormentone sopra citato “Love Me Again”, vulcanico e infermabile, come la voce del giovane dello Yorkshire, che non si risparmia nel ritmo e con un testo pieno di sé “ I need to know now, can you love me again “ e con un piano, colonna portante del disco, semplice ma ipnotico, come dimostra anche “ Losing Sleep “, brano trascinante e trascinato dal soul di Newman che questa volta la fa da padrone prima ancora dei ritmi pop, e si prosegue con “Easy“ e “Try” che non vengono meno alle attese proponendo un cantato e melodie emozionanti. Il primo vero e proprio lento è “Out Of My Head”, dove il pianoforte e archi accompagnano perfettamente la voce del cantante che non pecca pressoché in nulla, mentre è il secondo singolo “ Cheating “ a rimarcare l’impronta pop e maggiormente commerciale dell’album, con un passo e un ritmo coinvolgente e che conferma sia le doti carismatiche oltre che canore di Newman, sia l’ottimo lavoro di mixaggio fatto dalla Island Records (Bob Marley, Dylan, Tori Amos) accompagnata dalla regina delle major, la Universal. Terminando l’ascolto è evidente come “Tribute” abbia pochissimi nei, non sbavando troppo nemmeno nelle tracce cosiddette di riempimento, ma continuando sui suoi passi e con i suoi di passi, di pop classico blues e soul. Su itunes inoltre è presente la deluxe edition con tre tracce bonus, stante a significare oltretutto quanto mercato ci sia dietro la giovane voce inglese e quanto peso si dia alla nascita di questo nuovo talento, com’è giusto che sia in tempi dove tutti fanno musica, ma si vendono sempre meno dischi.
Considerazione personale: come accaduto già per Adele, quando il mercato americano rispose ‘lanciando’ Lana del Rey, che fino a pochi mesi prima era ancora semi-sconosciuta, tra qualche mese in risposta all’ennesimo fenomeno della “British Invasion” non mi sorprenderebbe sentir parlare di un alter ego di John Newman dall’altra parte dell’Atlantico. La musica oggi è anche prodotto e “Tribute” né è la dimostrazione, ma è figlio della voglia di cantare e di creare nuova musica, e queste restano e rimarranno le condizioni indispensabili affinché il mercato musicale resti vivo e regali dei dischi freschi ed entusiasmanti come questo.
Voto: 8/9
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