ESCLUSIVA TST - Guglielmo Stendardo: "I dilettanti rappresentano la base su cui costruire il futuro. Ferrara, Cuccurullo e Carriero: vi dico tutto!"
a cura di Massimiliano Fina
In un momento così particolare che ha colpito il mondo intero, non è facile parlare di calcio giocato: TuttoSportTaranto.com ha intercettato Guglielmo Stendardo, avvocato di diritto sportivo e noto agente, per capire il suo punto di vista in merito a questa situazione:
“Quello a cui stiamo assistendo è una pandemia virale, purtroppo ha colpito tutti indistintamente. Ci sarà sicuramente una pandemia economica, in quanto ogni settore è stato penalizzato per gli effetti del Coronavirus, oltre che una pandemia psicologica. C’è precarietà ed è impensabile programmare il futuro, in quanto ci sono più punti di domanda. Se ci riferiamo al calcio, dobbiamo aspettare quello che ci dirà il Comitato Tecnico Scientifico (CTS); di conseguenza il Governo e la Federazione si dovranno regolare”.
RIPRESA CAMPIONATI - “L’organo supremo è il Consiglio Federale: dovrà riunirsi e decidere. A mio avviso, la soluzione più giusta, sarebbe di far prevalere il criterio del merito sportivo: terminare il campionato a tutti i costi sul campo, in quanto questo è il giudice supremo capace di decretare promozioni e retrocessioni. Per la ripresa in Serie A, i tempi li detta il virus e il CTS è l’arbitro di tutto. Noi dobbiamo tutelare non solo la salute dei calciatori ma anche degli addetti ai lavori. Poi bisognerà capire il modo in cui riprendere a giocare: sono tante le opzioni che si possono prendere in considerazione. La Serie A ha un valore economico: è un’azienda che produce 3 miliardi di euro, che dà 300mila posti di lavoro, e questa va tutelata e protetta, oltre a rappresentare l’1% del PIL. Dalla Serie A ricadono tutte le conseguenze a cascata, sulle categorie inferiori. In B, C e nei dilettanti tra costi economici e mancanza di strutture adeguate, sicuramente ci saranno dei problemi. Mi auguro che il calcio possa riprendere… in totale sicurezza, secondo il modello Bundesliga, e soprattutto rispettando i protocolli medici”.
QUESTIONE STIPENDI - “Da questo periodo dobbiamo cogliere delle opportunità per fare delle riforme strutturali nel calcio: ridimensionamento degli ingaggi della Serie A, del costo dei cartellini dei calciatori e ad una più equa ripartizione delle risorse. Occorre un fondo salva calcio, soprattutto nei dilettanti. C’è il bisogno di avere le risorse minime per tutelare quei diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti. Tanti imprenditori si ritroveranno a fare i conti con la crisi, e questo sicuramente si rifletterà nel mondo del calcio. Mi auguro che ci sia da parte della Serie A, una solidarietà, nei confronti di società più deboli, un po’ come hanno fatto in Germania i top club, istituendo un fondo di 20 milioni di euro da relegarlo alle società più deboli. I dilettanti rappresentano la base su cui costruire il futuro: il 64% del mondo dei dilettanti fa attività scolastica e giovanile. Queste persone sono professionisti nella vita sociale e non possiamo dimenticarci e trascurare il ruolo sociale che ha questo mondo. Condivisione, unità di intenti e solidarietà soprattutto per le società che stanno soffrendo”.
OBBLIGO UNDER - “Dobbiamo trovare dei modi per incentivare l’aumento dei giovani in Italia: se io società, ho degli under bravi, è normale che li debba far giocare, valorizzandoli al meglio. In alcuni casi, è capitato, che alcune società hanno fatto giocare degli under a discapito degli over, più meritevoli. Bisognerebbe trovare una via di mezzo. Dobbiamo proteggere (se parliamo degli under), il capitale della società: se un club investe in un ragazzo, lo forma ed è giusto che ci sia un’indennità. Faccio il caso di Ferrara: è giusto che il Taranto abbia dei diritti su quel calciatore, utilizzando però il buon senso”.
TARANTO - “Ho un rapporto ottimo con il presidente Massimo Giove, tanto è vero che ogni volta che vengo a Taranto ne approfitto per un bel pranzo di pesce, oltre ad essere una delle città più belle del Sud. Ferrara è un giocatore sul quale la società ha investito e crede moltissimo nelle sue qualità: è vero, ci sono state le possibilità, non solo a gennaio, di squadre di Serie A e B, che volevano acquistarlo. Il presidente è innanzitutto un tifoso del Taranto, oltre ad essere un bravo imprenditore, e ha voluto trattenerlo al Taranto perché crede che questa squadra possa tornare al più presto nel mondo dei professionisti. Però sa benissimo il calcio come funziona, e qualora dovesse arrivare una proposta allettante per il Taranto, a quel punto con il presidente ci sediamo a tavolino e ne discutiamo. Antonio sta benissimo ed è sempre stato uno dei migliori calciatori, dando l’anima per questa maglia anche nei momenti meno belli, come giusto che sia. Capiremo insieme al presidente quale sarà il suo futuro. Cuccurullo invece è un calciatore del Benevento e all’inizio ho spinto tanto affinchè Marco potesse scegliere Taranto. C’erano diverse squadre di C che lo volevano, però per me il Taranto è una piazza da Serie A con una tifoseria incredibile. L’ho anche un po’ sponsorizzata io questa operazione, perché volevo che facesse questa esperienza e oggi il presidente mi ringrazia, perché lui ha apprezzato moltissimo le doti di Marco, non solo come calciatore ma anche come ragazzo. Mi ha chiesto che vorrebbe tenerlo ancora, e al di là della volontà del ragazzo, che è quella di continuare con il Taranto perché si è trovato molto bene facendo 25 partite e un gol, bisognerà capire la volontà del Benevento, che ha intenzione di rinnovargli il contratto: ci siederemo a tavolino con il direttore/amico Pasquale Foggia e capiremo se ci sono le condizioni per un ulteriore anno a Taranto, perché il presidente me lo ha chiesto. Carriero invece è un giovane di grande prospettiva, non ha avuto la possibilità di esprimersi a Taranto, e il mister Panarelli, che è un amico oltre ad essere un allenatore molto preparato, lo stima molto. Sicuramente con il presidente ci vedremo nei prossimi giorni e ne decideremo il futuro”.
Ringraziamo Guglielmo Stendardo per la disponibilità e cordialità mostrata ai nostri microfoni.
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