La storia di Taranto

LA STORIA DI TARANTO / 3a PUNTATA - TRA LA GRECIA E ROMA, IL DECLINO

14.08.2013 17:56

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Terzo appuntamento con la storia della nostra amata città raccontata da Aldo Simonetti


 

Se sotto la gestione 'Archita' Taranto tocca l'apice del suo splendore, nondimeno l'inerzia e il benessere offuscano la mente dei cittadini. Il lusso sfrenato, i sollazzi e l'enorme dispendio di risorse in futilità vanno a discapito di un'attività a torto accantonata, quella militare. La città non dispone più di un vero esercito, divenendo così obiettivo sensibile delle popolazioni limitrofe.

I Lucani, appena siglato un patto di alleanza con i Messapi, si accingono ad affilare le spade, desiderosi di infliggere un gran bel dispiacere a Taranto e di limitarne lo strapotere. Lacrime di coccodrillo per i nostri antenati (seriamente preoccupati per la propria incolumità), per aver preso coscienza con grande ritardo dello scarso potenziale militare di cui la città dispone. Il tempo a disposizione per mettere in piedi un manipolo di uomini è insufficiente; si concretizza, perciò, la possibilità di chiedere soccorso alla madrepatria Sparta.

Il re spartano Archidamo, spinto più dal profumo del denaro offertogli che da genuini sentimenti di fratellanza ellenica, non esita ad accettare la sfida. Tuttavia, malgrado il copioso numero di uomini prezzolati al suo seguito, l'aspirante eroe su cui i nostri concittadini ripongono le speranze perde la vita in uno scontro presso Manduria e la gara è persa. Ma oltre al danno, la beffa: i Lucani si appropriano di Eraclea sottraendoci un importante avamposto sullo Ionio.

Quasi alle corde, Taranto tenta di giocare l'ennesima carta straniera. Si strizza l'occhio ad Alessandro il Molosso, figlio del re d'Epiro. Allacciati i contatti, il condottiero mostra da subito la disponibilità ad intraprendere una nuova avventura, sebbene le ambizioni nutrite - e nascoste-siano completamente diverse: sconfiggere le popolazioni apulo-lucane per impadronirsi del sud e fondarvi una sorta d'impero. Giunto baldanzoso sulle nostre coste, l'epirota si sbarazza con facilità dei bellicosi Lucani (334 a.C.) e, senza alcun preavviso, mette a ferro e fuoco Brindisi con il fine di accaparrarsi il prestigioso porto. Accortisi tempestivamente delle grandi ambizioni del Molosso, i Tarantini rompono l'alleanza lasciandolo solo e costringendolo a far rientro in patria senza aver realizzato il suo ambizioso -ed utopistico- piano.

Scongiurati gli ultimi pericoli, Taranto inizia a rimettersi in sesto. Nel frattempo, si affaccia quella che di lì a poco sarebbe diventata la più grande potenza del Mediterraneo, Roma.

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