Vulcan Forge: Durante, 'Il progetto avanza al meglio e siamo sempre più affiatati'
DI ALESSIO PETRALLA
I Vulcan Forge sono sempre sul pezzo per perfezionare i loro inediti per i futuri eventi: a commentare il tutto è il chitarrista della band tarantina Giuseppe Durante:
-Come procede il lavoro in studio e l'affiatamento con il gruppo?
"Dopo la sosta natalizia,si è ripartiti con una tonnellata di sano entusiasmo e dalla voglia di suonare. Queste sono motivazioni sacrosante e positive che ci scorrono dentro: siamo carichi di adrenalina per raggiungere i futuri obiettivi. Bisogna darsi da fare per ultimare i prossimi brani, ormai quasi completi, in modo da farli totalmente nostri. Altra cosa importante è cercare di fissare delle date, magari con altre band, per poter suonare dal vivo, per continuare a fare esperienza e a farci conoscere. Ormai, siamo sempre più affiatati e con una voglia matta di suonare".
-Parlaci del tuo idolo e della tua ispirazione nei suoi confronti...
"RANDY RHOADS è la mia leggenda del rock: il musicista a cui più mi ispiro in assoluto. «Se non fosse per la sua morte nel 1982, in un incidente aereo, la sua già enorme influenza sulla chitarra-heavy metalsarebbe aumentata di cento volte[21].» (Rolling Stone). Il particolare stile musicale heavy metal di Rhoads nacque dagli intensi studi musicali giovanili. È risaputo infatti che Randy si avvicinò al mondo della musica passando attraverso l'imitazione e lo studio di generi come il folk, la musica classica e il primo hard rock/heavy metal, elementi questi ancora riscontrabili nel sound maturo del chitarrista. Queste sonorità prodotte da Rhoads nacquero quindi da una mistura di varie influenze che il chitarrista subì nel corso degli anni. Le principali furono raccontate dallo stesso Randy in una celebre intervista ad una rivista musicale statunitense. Rhoads ribadì subito il suo apprezzamento per la musica classica e per il blues rock, e confessò il fatto che egli, negli anni di carriera trascorsi, non si atteggiò mai come un chitarrista classico, esperto o tecnico, poiché non aveva mai avuto il tempo di lavorare con continuità su questo aspetto musicale. Parlando degli artisti che lo influenzarono maggiormente, egli citò Eddie Van Halen, Steve Lukather, Allan Holdsworth, Andy Summers (The Police), John McLaughlin, Leslie West, Earl Klugh, Jeff Beck, Ritchie Blackmore, B.B. King, Michael Schenker, Mick Ronson, Glen Buxton nonché Gary Moore. Tra gli altri nomi citati da Rhoads spiccarono quelli di Ronnie Montrose, di cui il chitarrista apprezzava notevolmente lo stile nei bending, e di Pat Metheny, per Randy il più abile nelle parti acustiche. Più in generale, il chitarrista disse di aver subito influenze da tutti i musicisti inglesi anni settanta che usavano molto la tecnica del vibrato, stile che lo affascinò fin dalla giovinezza. Il sound così innovativo e inedito proposto da Rhoads fu a lungo teatro di imitazione da parte di altri artisti come Zakk Wylde, Dimebag Darrell, John Petrucci, Jake E. Lee, George Lynch, James Murphy, Troy Stetina, Dweezil Zappa, Paul Gilbert, Marty Friedman, Criss Oliva, Hide, Kirk Hammett, Buckethead, Michael Romeo, Alexi Laiho, Alex Skolnick e Warren DeMartini, i quali, creando il loro sound personale sulle basi offerte da Randy, raggiunsero il successo e contribuirono a rendere il nome di questo chitarrista immortale nel tempo. Randy Rhoads ha per lungo tempo influenzato folle di neochitarristi, rimanendo un importante punto di riferimento stilistico-musicale per il panorama rock metal degli anni '80 e '90".
- Come nasce la tua passione per la musica e per la chitarra?
"Credo che essa sia da sempre nel mio DNA: è una maledizione positiva di cui solo chi ne è affetto può capire. La passione per la musica è vita... Tante volte mi sono ritrovato a pensare a tutte le chitarre che ho posseduto, alcune sono andate, qualcuna e' rimasta con me ma tutte sono presenti nei miei ricordi. La mia prima fanciulla fu una Squire bullet by fender modello Stratocaster; fu amore a prima vista, il dolore provato nel costruire i primi accordi non era dolore, ma quasi un piacere specie quando il suono usciva nitido e senza SDLENG: mi ero talmente innamorato che mi seguiva dappertutto anche in bagno. La passione per la musica mi ha aiutato e mi aiuta ogni volta, anche, a superare i momenti più brutti. Il piacere che provo a suonare è lo stesso che provo ad annusare l'odore del legno della mia chitarra o quello di riempirmi gli occhi delle loro forme e delle venature delle varie essenze. Il tempo che passo in loro compagnia non è eccessivo perche' non voglio privare la mia famiglia della mia presenza, ma la qualità è tanta che mi bastano un paio d'ore con una mia chitarra per ricaricarmi. Come diceva il grande De Andrè "dove finiscono le mie dita debba per forza cominciare una chitarra". Senza, il mio strumento, ormai io non potrei vivere, senza le emozioni che provo nel toccare le corde, nel suonare e nel sentire il calore di una valvola.... Conosco gente di neanche trent'anni che mi dice cose tipo "mi sarebbe piaciuto suonare la batteria" o "se avessi imparato a suonare la chitarra..." la mia risposta è sempre la stessa : se lo vuoi davvero, comprati quello strumento e comincia a suonarlo, perchè sicuramente non avrai un'altra vita a disposizione per farlo! La chitarra non mi ha mai tradito. La chitarra secondo me è come una donna, più la tratti bene,più lei ti ricompenserà...".
Si ringraziano:
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