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UN EVENTO PROVVIDENZIALE - L’URNA DI DON BOSCO A TARANTO

20.09.2013 14:18

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Dopo il trionfale giro nel mondo, l’urna di don Bosco, dal 20 Settembre al 10 Ottobre, toccherà tutte le Opere salesiane della Campania, Puglia, Basilicata e Calabria


Il 3 Ottobre Don Bosco sarà a Taranto.

“Verrà nella nostra realtà e ci chiamerà ad uscire dalle nostre piccole misure, per entrare come protagonisti nel grande e mirabile sogno di Dio, in comunione con il cammino della Chiesa italiana che in questo decennio investe ogni risorsa per rispondere all’emergenza educativa”. (BS,.Settembre 2013) Il canto “Don Bosco Ritorna”, suonato dalla banda della Marina Militare, accoglierà l’urna e riecheggerà gradito e caro nel cuore di tutti gli ex-allievi e dei membri della vasta Famiglia Salesiana, risvegliando ricordi e sentimenti forse sopiti, non che l’affetto per il caro Padre, Maestro ed Amico della loro gioventù.

“Don Bosco – ha scritto il Rettor Maggiore dei Salesiani – continua ad interessare tanta gente in molti paesi, ad oltre un secolo dalla sua morte. Lo si ritiene una figura significativa, anche al di fuori dell’ambiente salesiano. Don Bosco rimane tuttora un personaggio di notevole levatura e di alto gradimento. Tutto il mondo lo ha riconosciuto e lo riconosce come portatore di un messaggio moderno, profetico, storicamente condizionato ma aperto a molte proiezioni attuali, virtualmente disponibile ai più vasti spazi e tempi”.         

Igino Giordani ebbe a dire: “Il segreto del successo di Don Bosco era la sua unione indistruttibile con Dio, per cui dalla miseria nera trasse fuori palazzi e chiese, scuole e officine, teatri e palestre. La sua ricchezza era tutta interiore: fuori non appariva che un modesto prete. Lo chiamarono un nuovo Vincenzo de’ Paoli, ne citarono i miracoli e le profezie, facevano ressa a Roma e a Parigi per confessarsi con lui, ma esternamente non mostrava nulla di singolare. Fu uno dei più potenti costruttori della Chiesa. Un divinatore di tempi. Un realizzatore per l’eternità. Aperse strade all’avvenire. Non stette a piangere sulle rovine. Costrusse edifici nuovi con i rottami del passato”.   

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Un primo approccio con Taranto Don Bosco lo ebbe nel 1900. Il Bollettino Salesiano, in data 4 Luglio 1900 riportava la notizia: “Il 31 maggio u.s. a Taranto sulle sponde del Mar Piccolo e propriamente a due Km dalla città vi fu la posa della prima pietra per un grandioso edificio di arti e mestieri che si vorrà edificare per affidarlo ai Salesiani…” Purtroppo l’impresa fallì e il progetto non ebbe seguito.  Passeranno parecchi anni e nel dicembre del 1925 – su richiesta dell’Arcivescovo Mons. Orazio Mazzella  - i primi due Salesiani giunsero a Taranto, seguiti l’anno seguente da Don Angelo FIDENZIO che ebbe la virtù e il coraggio di un pioniere.  

Venne affidata ai Salesiani la Vicarìa del Sacro Cuore, sita in una zona periferica della città, alle “Tre Carrare”. L’Opera del “Sacro Cuore” diventerà la Casa Madre per la Taranto Salesiana.

   Dai sacrifici e dalla povertà degli inizi, dalla coraggiosa intraprendenza e tenacia di don Angelo Fidenzio, il carisma salesiano poté radicarsi e crescere a servizio della Chiesa locale, espresso in un impegno prioritario di attenzione ai giovani e al ceto popolare. Don Fidenzio, incoraggiato dai Superiori Maggiori e sostenuto dall’Arcivescovo , avviò e realizzò, in brevi anni, la costruzione dell’Istituto “Don Bosco” al Viale Virgilio.

Lo sguardo e il cuore di Don Bosco si allargano verso orizzonti nuovi; Il suo sguardo, il suo cuore sono lo sguardo e il cuore dei Salesiani, anch’essi protesi, come il Padre, verso “il nuovo”. Fu così che il 6 Dicembre 1968 venne solennemente benedetta e consacrata il 31 gennaio dall’Arcivescovo, Mons. Motolese, la nuova Chiesa della Parrocchia San Giovanni Bosco in Via Umbria, ”in quello spazio urbano complicato che si distendeva intorno alla Parrocchia salesiana, quando a ridosso c’era la piaga sociale delle “Baracche Zaccheo”. Questo, il giudizio sereno e obiettivo espresso da Don Franco Semeraro, sacerdote diocesano.   

Il dono provvidenziale della presenza a Taranto dell’urna di Don Bosco, il 3 ottobre, ci apre ad una visione di speranza per il nostro futuro, per il futuro degli operai, delle famiglie, dei giovani, degli stessi Salesiani. Bene ha scritto l’On. Domenico Amalfitano, Sottosegretario emerito alla P.I.  “Se c’è un santo che difficilmente si presta alle visioni riduttive o da immaginette, questi è Don Bosco. Se c’è una Congregazione la cui storia mi sembra intimamente connessa con quella civile, questa è la Famiglia Salesiana: e tanto vale, a mio avviso, anche per il territorio della nostra Provincia. Proprio oggi, la drammatica problematica dei giovani ripropone l’urgenza del carisma salesiano, particolarmente sollecito e attento alla situazione giovanile. A Taranto, dunque, la presenza di Don Bosco, nei Salesiani, ha una propria valenza storica e ben delineata, così come, d’altra parte, è esigita dai tempi: un impegno e una identità che essi soli possono rappresentare in maniera inequivocabile, e continuare ad offrire a tutte le comunità in cui vivono”. 

Ricordando la sapienza, le fatiche e le conquiste del passato, protesi ad una visione di speranza per il nostro futuro, miriamo a ridisegnare la presenza salesiana a Taranto per “vivere come preziosa eredità lasciataci dal nostro Padre, quella forma di dedizione totale all’educazione dei giovani e trasmetterla con intatta fedeltà a coloro che verranno dopo di noi”.

Noi siamo qui, attendiamo trepidanti che il suo braccio benedicente si levi sull’intera città di Taranto, in particolare sui giovani, suo grande amore: “Basta che siate giovani perché vi ami assai”.        

 

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