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COLPA DI ALFREDO / UN GRANDE GIOCATORE E' AUTOMATICAMENTE UN GRANDE ALLENATORE?

22.01.2014 23:07

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In questo mio articolo vorrei confrontarmi su un punto tanto dibattuto e forse dove hai più sembrerò di parte: UN GRANDE GIOCATORE è AUTOMATICAMENTE UN GRANDE ALLENATORE? VICEVERSA, UN GRANDE ALLENATORE DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE STATO UN GRANDE GIOCATORE?


 

La mia risposta è ovvia e magari ripeto apparirà di parte , ovviamente alle due domande iniziali la mia risposta è NO. Gli esempi di quanto queste due affermazioni non trovino riscontro nella realtà sono migliaia. Orbene sicuramente il giocatore con 3000 partite tra i professionisti ha il vantaggio di conoscere alcune dinamiche dello spogliatoio , di avere la padronanza dell'attrezzo utilizzato per il gioco... ma la didattica? Sapere di qualcosa non necessariamente significa saperla trasferire. Io posso essere un cultore del diritto, della matematica, della fisica ma essere incapace a trasferire le mie conoscenze. Nel calcio tale capacità, trasferire le proprie conoscenze è accentuata, infatti vi sono delle dinamiche come la gestione psicologica di uno spogliatoio o del singolo giocatore o la capacità di motivare che o possiedi, o hai la capacità di studiare oppure non ti scende dal cielo per il sol fatto di aver giocato. In merito ho visto e sentito con le mie orecchie , allenatori ex giocatori che nella gestione spogliatoio, nei rapporti interpersonali erano veramente zero. Inoltre se fosse cosi vera la cosa, Maradona dovrebbe allenare il Real, il Manchester ed invece non allena nessuno. Oppure perché giocatori dal passato illustre nonostante le conoscenze maturate non riescono a superare i dilettanti come allenatore? Qualcuno dice che tale ragionamento debba esistere almeno nelle scuole calcio . Ossia un grosso giocatore sa come si colpisce una palla , premesso che il grosso giocatore non conosce la dinamicità di un gesto perché non lo hanno insegnato era nel suo dna, ma laddove fosse vero saprebbe spiegarlo al piccolo giocatore? Ovviamente questo ragionamento , ai più potrebbe sembrare di parte, anche se il sottoscritto qualche campionato di promozione ed eccellenza nelle gambe lo ha realizzato e mi preme concluderlo dicendo, senza fare nomi , che in 18 anni di carriera l'allenatore che ho apprezzato di più sul campo e dal quale ho imparato molto, aveva calcato solo i campi di terza categoria e non sapeva fare un passaggio di 10 mt sul piede, mentre ai santoni ex giocatori ho visto fare riscaldamento e partita e gestioni della stessa o degli uomini che avevano del ridicolo. Concludo affermando che ciò che scrivo ovviamente non è Vangelo ma solo il mio pensiero ed amo confrontarmi. Inoltre è solo un modo per far presente al nostro settore tecnico che il mestiere di allenatore deve essere aperto a tutti e non privilegiare chi ha già maturato milioni di euro dal calcio, garantendo dei preesami di accesso ai corsi aperti a chiunque, tanto il giocatore bravo ed acculturato sarà sicuramente favorito rispetto all'amatore ma se l'amatore ha delle idee non deve essere castrato da un elemento che ha 3000 partite in A ma non sa fare la O con il bicchiere. L'EUROPA INSEGNA.

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