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CHIETI, IANNUCCI HA LE IDEE CHIARE: «VINCERE LA SUPERCOPPA SAREBBE UN SOGNO»

25.08.2013 19:15

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La giovane abruzzese, proveniente dal Pescara, dimostra una grinta da veterana: «Bello poter giocare con calcettiste così blasonate e con lo scudetto sul petto. Ora però pensiamo al Sinnai. Iniziare con un trofeo per me sarebbe il top»


 

Giovane, determinata, talentuosa e con le idee chiare. Federica Iannucci, nuovo acquisto del Chieti campione d’Italia, è tra le migliori giovani del futsal in gonnella italiano. La duttile classe ’93 è pronta a mettersi al servizio delle sue blasonate e scudettate colleghe, offrendo a mister Segundo la possibilità di poter contare su un talento puro e cristallino. Un gran bel colpo, quello del vice-presidente teatino Alex Zulli, bravo a puntare
contemporaneamente su big straniere e concrete speranze tutte nostrane, vedi anche Cecilia Nobilio. Già, Nobilio e Iannucci. Sono le stesse ragazze che già quattro anni fa, con il giovanissimo Città di Pescara, si misero in gran luce contro il blasonato Real Statte, nella Supercoppa giocata in Puglia, a Cisternino. In campo c’era un grande divario con le più scafate rossoblù, che ovviamente portarono a casa la Coppa a mani basse. Ma sul parquet brindisino, il fin troppo acerbo Pescara delle varie Di Martile, Barbetta, Verzulli, Eugeni, Peruggi, Restinetti e Cristofaro, ne approfittò per far conoscere quei due talenti sopracitati che, da lì a poco, avrebbero iniziato la scalata ai piani alti. Per la cronaca la partita terminò 9-1 per lo Statte. All’ultimo minuto ci fu gloria per il gol della bandiera pescarese. A siglarlo, neanche a dirlo, fu Federica Iannucci. Negli anni a seguire altri sessanta gol per la giovane abruzzese, fino ai giorni nostri. Quelli tricolore.

Federica, dopo cinque anni di Pescara, eccoti nella squadra campione d’Italia. Sensazioni per questa tua nuova esperienza?

«Sensazione bellissima, una trattativa che doveva andare in porto già dall'anno scorso ma che solo quest'estate si è concretizzata. Il rimpianto è di non aver potuto partecipare con impegno e volontà allo scudetto che fra poco indosserò e di non aver giocato con giocatrici come Gimena o Cely. Parto però con la consapevolezza che un gruppo blasonato e composto da ragazze, prima che giocatrici, possano insegnarmi tanto a livello umano e calcistico, sperando di dare una marcia in più per riconfermarci al top anche quest'anno»

Che effetto fa giocare con il tricolore sul petto?

«Non so ancora che effetto mi farà, sarà sicuramente un onore ed un onere giocare con lo scudetto sul petto. Dispiace non aver partecipato attivamente l'anno scorso, ma parto e partiamo agguerrite per riconfermarlo e soprattutto per iniziare subito la stagione con la vittoria della Supercoppa. Sarebbe fantastico per me. Ho sempre indossato maglie per cui ho dovuto faticare per una salvezza, sicuramente gli obiettivi quest'anno sono diversi e soprattutto sono sicura che mi toglierò con le mie nuove compagne tante soddisfazioni, personali e di gruppo».

Cinque anni e più di sessanta gol in maglia abruzzese. Scegline due: il più importante e il più bello.

«Io racchiuderei sia il gol più bello che quello più importante (più per quanto riguarda la mia persona che per il risultato) nel gol a Cisternino nella finale di Supercoppa contro lo Statte. Un gol bellissimo dal punto di vista tecnico, una puntata rapida sotto l'incrocio da oltre i 10 metri e importante, perché frutto di una partita di sacrificio, sudore, tanto tanto cuore. Giocavo da  ragazza completamente "neonata" in mezzo a tante big del futsal femminile».

C’è una squadra in particolare in cui un giorno vorresti giocare?

«Non ho preferenze di squadre o cittadine. Vorrei giocare in una squadra che veda il futsal davvero come uno sport professionistico. Giocare dove vige il rispetto, la lealtà e la voglia in primis di divertirsi, a mio parere l'arma migliore per poter vincere. Non serve un nome o giocatrici blasonate, basta prendere ragazze che abbiano negli occhi la voglia di correre dietro quel pallone. Non che fino ad oggi non abbia giocato in una società così, giusto per precisare».

C’è una giocatrice a cui ti ispiri?

«Da quando ho dato i miei primi calci ad un Agla sono sempre stata innamorata, calcisticamente parlando, della classe di Francesca Mannavola. Ma soprattutto di lei ho ammirato tanto costanza in campo e il suo ineccepibile rispetto verso compagne ed avversarie».

Invasione di straniere nel nostro campionato. Tu che ne pensi?

«Su questo argomento ci sarebbe da parlare tanto. Sinceramente non mi piace la piega che sta prendendo dall'anno scorso il futsal femminile. Con l'entrata necessaria o meno di tutte queste ragazze straniere, fortissime per l'amor di Dio, valorizza pochissimo il valore di noi italiane. Non permette di dare il giusto spazio a giocatrici giovani che potrebbero in uno scenario futuro diventare il lustro del futsal italiano. Diciamo che in questo modo ci vengono tarpate un pò le ali, ma di certo da giocatrici del calibro di Blanco, Sanchez, Gayardo, e chi più ne ha più ne metta, c’è solo da imparare. A favore di un patriottismo calcistico non vorrei dimenticare che il primo scudetto della serie A è stato vinto da una squadra giovanissima composta solo da calcettiste italiane, la Reggina».

Ma noi siamo pronti per formare una Nazionale femminile, o no?

«Le voci, le critiche, le proposte su una papabile nazionale femminile sono tante, ma come si dice tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. L’Italia, che in Europa calcisticamente assume un ruolo rilevante, non riesce ancora ad organizzare una nazionale femminile, ed è un peccato. La volontà è forte e si potrebbe costruire una squadra davvero di alto livello. I problemi sono sempre organizzativi, bisogna comunque investirci tanto e io proporrei prima di aggiustare per bene tutte le lacune che sono apparse questi due anni nel campionato nazionale e dopo di che pensare in grande».

Un papabile quintetto azzurro di Federica Iannucci.

«Il mio quintetto è Mascia, Pastorini, D'Incecco, Pomposelli, Mannavola».

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