L'amarcord di TST: Taranto 2000-01, Spader 'Con Riganò un tandem perfetto'
'Il bomber di Lipari a Foggia mi disse 'Giulio calcia tu il rigore, prenditi questa soddisfazione'
DI ALESSIO PETRALLA
Ha lasciato un gran bel ricordo di se, visti anche i pesanti gol in quel di Cava de' Tirreni e Foggia, l'attaccante Giulio Spader che nella stagione 2000-01 contribuì alla promozione del Taranto dalla C2 alla C1. Attualmente nello staff del Catanzaro, l'ex atleta, racconta a Tutto Sport Taranto, partendo dall'attualità, i momenti più belli di quell'annata storica: "Il momento è delicatissimo e anche a livello calcistico sarebbe giusto fermarsi: in serie A si ripartirebbe soltanto per questioni economiche e non tanto per una questione di griglia visto che in Belgio, già qualche settimana fa, hanno definitivamente chiuso la stagione. Al momento chi è primo è primo. Proviamo ad immaginarci se in un mese un solo calciatore prenda il virus, cosa succederebbe? Ribloccano? E' prematuro ripartire soprattutto nei campionati di seri inferiori che non hanno le possibilità economiche dei club di serie A".
SPADER: "Attualmente sono le Catanzaro incarico che ho almeno da cinque, sei anni cioè da quando ho allenato il Settore Giovanile. Ora sono il Vice Allenatore e ho avuto una piccola parentesi da primo. Inoltre, alleno l'Under 17. Vivo a Catanzaro città in cui mi sono sposato".
TARANTO: "Prima di approdare in riva allo Ionio non conoscevo bene quella città di cui mi avevano parlato bene chi aveva fatto il militare. Quando misi piede nella città dei Due Mari mi resi conto di quanto fosse grande e calorosa. Presi casa a San Vito e iniziai a conoscere la Puglia che ha tanti posti fantastici. Mi ero molto legato a Danilo Vitali: ricordo che quando ebbe la bambina la crescemmo praticamente in quattro visto che io e la mia compagna davamo una grossa mano".
LA TIFOSERIA: "Ricordo benissimo la tifoseria ionica quando eravamo vicini al risultato finale: loro vivevano la squadra quotidianamente. Ti riconoscevano ovunque e per loro eri un idolo. Ci facevano vivere delle emozioni enormi e sapevamo di avere una grossa responsabilità. Personalmente, nel corso della stagione, anche per via della mia timidezza, vivevo poco la città perchè volevo concentrarmi soltanto sul campo: alla fine mi piaceva la pressione che ci davano. Ci caricava rendendoci consapevoli che la domenica avremmo dovuto dare il massimo. Sono stati il valore aggiunto per quella magnifica scalata verso il primato che si coronò a Castellamare di Stabia quando sia noi che le vespe ce la giocammo per un tempo mollando nella ripresa: il risultato andava bene ad entrambe. E' stato l'anno più bello della mia carriera vissuto in uno stadio che mi era sempre piaciuto e in cui vi avevo anche vinto con la maglia del Potenza di Pasquino. Ultimamente ho rivisto dei video che mi hanno emozionato".
BUSO-SILVA: "Quella 2000-01 fu una stagione particolare visto che arrivai a Taranto dopo un infortunio e con il gruppo rossoblù che era già partito con gli allenamenti. Prima ero a L'aquila a recuperare. Mi cercarono fortemente sia il tecnico Buso che il Patron Ermanno Pieroni. Mi ero operato e non avevo fatto il ritiro. Ricordo che Sergio Buso giocava con il 4-4-2 e quindi con una punta avanzata che era Riganò accompagnato inizialmente dallo sgusciante Bertuccelli. All'inizio feci fatica visto che non giocavo titolare ma subentravo sempre. Ci mettemmo un po' di tempo a far capire che io potevo convivere con Riganò visto che mi muovevo molto. Una volta, ricordo, che visto che i risultati non stavano arrivando ci riunimmo con il tecnico chiacchierando e chiedendogli di smistare un po' le carte dando la possibilità a tutti. Era un grandissimo professionista che lavorava dalla mattina alla sera tanto da cambiare anche metodologia d'allenamento. Nella trasferta di Cava de' Tirreni Riganò era squalificato e allora toccò a me: feci due gol e una buona gara tanto da entrare nel cuore dei tifosi. Poi, a Foggia finalmente giocammo insieme e segnai ancora. Sono stati i miei unici gol con la maglia del Taranto perchè poi per problemi fisici non fui più protagonista. Un po' tutti soffrimmo di qualche acciacco ma in quella rosa c'erano tanti cambi validi. Arrivò il momento dell'avvicendamento in panchina: arrivò Massimo Silva solo per dare un po' di tranquillità alla squadra, anche perchè Pieroni era legatissimo a Buso. Ricordo che era una persona buonissima che si arrabbiava poco e che arrivò in punta di piedi. Ci allenavamo bene e avevamo la consapevolezza di dover vincere. Dopo l'esonero di Buso ci isolammo e continuammo a giocare con grande personalità".
IL TARANTO E GIOVE: "Non ho una soluzione per salire ma ricordo un Massimo Giove che nel 2000-01 era alle sue prime esperienze nel calcio: era giovane e legatissimo alla piazza. Davvero un grande tifoso. Oggi avrà accumulato tanta esperienza e se le cose non sono andate bene sarà stato solo per una questione organizzativa. Sono sicuro che ha tutta la voglia di risalire. Non dimentichiamoci che ogni squadra contro il Taranto si esalta e ciò rende tutto più difficile. Per vincere, serve una società forte che possa puntare minimo alla serie B. Ho visto il nuovo campo B: un vero gioiellino per allenarsi al meglio".
L'EPISODIO: "Come già detto a Foggia giocai al fianco di Riganò: era una cosa che desideravamo e ci trovammo bene. Nell'occasione del rigore mi disse "Giulio battilo tu". Perdevamo 1-0 e continuò "prenditi questa soddisfazione". Fu un gesto molto carino visto che il rigorista era lui. Segnai e fu una grande emozione. Avrei voluto contribuire di più ma gli acciacchi non me lo hanno permesso: forse mi sarei guadagnato la riconferma in serie C1. Un pizzico di rammarico ce l'ho...".
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