Dal 17 ottobre al 6 gennaio, al TaTÀ di Taranto favole&TAmburi, la tredicesima edizione
In cartellone cinque pomeridiane per la “prima parte” della stagione di teatro ragazzi
La prudenza è la virtù dei forti, recita un vecchio adagio, che sembra attagliarsi perfettamente alla situazione di “prudente attesa” a cui siamo stati addomesticati durante i venti mesi di pandemia da Covid. Il teatro ragazzi più di altri settori dello spettacolo vive una dimensione di attesa e di domande ancora senza risposta. Le scuole resteranno aperte? I genitori sceglieranno di tenere nelle prudenti mura domestiche i loro bambini o cercheranno finalmente occasioni per uscire insieme ai loro ragazzi? E gli insegnanti? E i dirigenti? E le responsabilità? I green pass?
Insomma, in questo fitto intreccio, il Crest ha deciso di avviare per step la sua stagione di domenicali per famiglie (sipario ore 18), dandosi il tempo di avere la risposta di qualche domanda. Parte così, al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, il cartellone “favole&TAmburi - prima parte”, ovvero la programmazione dei primi cinque - dei soliti dieci - spettacoli, con inizio in ottobre e termine alla Befana. Il tempo necessario per avere maggiore certezza nel programmare anche compagnie extraregionali, pescando intanto tra le perle del teatro ragazzi pugliese, da sempre eccellenza del panorama nazionale e non solo.
Apre la stagione, il 17 ottobre, il recente spettacolo della compagnia La Luna nel Letto “Jack e il fagiolo magico”, testi e regia Michelangelo Campanale. Jack è un bambino che sa vedere le magie, che raggiunge il mondo dei giganti con la fantasia. Un classico delle fiabe restituito ai più piccoli da un’attrice Maria Pascale, anche burattinaia e macchinista, attraverso la narrazione e la messa in moto di una piccola macchina scenica intrisa di dettagli, giocattoli, marchingegni e visioni pittoriche della natura.
Segue, il 7 novembre, l’anteprima nazionale di “Giovannin senza parole”, la nuova produzione del Crest, drammaturgia Catia Caramia, regia Andrea Bettaglio, con Nicolò Antioco Ximenes, Andrea Bettaglio, Catia Caramia, Nicolò Toschi. Esiste un paese, dove la prima grande regola è obbedire agli ordini del suo Capo, padrone anche della grande officina delle parole, che corregge a proprio piacimento. Questo è un grande giorno, il Capo ha deciso di fare un discorso ai suoi sudditi. Quali nuove regole li attendono? In scena, il lavoro d’attore si mescola al lavoro sul clown, alla manipolazione di oggetti e alla musica dal vivo.
Arriva, il 21 novembre, il divertente gioco teatrale dell’Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata “Bu Bù Settete. Fammi ridere che io non ho paura”, ideazione e regia Francesco Mattioni, Silvano Fiordelmondo, Diego Pasquinetti e Simone Guerro, con Silvano Fiordelmondo e Simone Guerro. Quanti sono disposti a confessare le proprie paure? Pochi, quasi nessuno. Tutti abbiamo paura, ma non dobbiamo aver paura di ammetterlo. A volte basta una risata per vincere la paura. Ci convinceranno due strani individui: il professor Aristide Menelao Fanfulla da Lodi, studioso di “paura”, e il suo aiutante Miro Vladimiro, timoroso quanto basta.
In scena, il 5 dicembre, “Mattia e il nonno” di Roberto Piumini, uno degli autori italiani più apprezzati della letteratura per l’infanzia, con Ippolito Chiarello, adattamento e regia Tonio De Nitto, produzione Factory compagnia transadriatica. Una tenerezza infinita è alla base di questo straordinario racconto scritto con dolcezza e grande onirismo. Un lavoro che ci insegna con gli occhi innocenti di un bambino e la saggezza di un nonno a vivere la perdita come trasformazione e a comprendere il ciclo della vita. Vincitore premio Eolo Award 2020 come miglior spettacolo dell’anno.
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