LA STORIA DI TARANTO / 23a PUNTATA - TARANTO TRA RESTAURAZIONE E RISORGIMENTO - PARTE I
La città dei due mari dopo il Congresso di Vienna
Caduti Napoleone e tutta la sua abnorme compagine territoriale, con il Congresso di Vienna del 1815 viene ripristinato il precedente assetto politico, sebbene sia palese che qualcosa è cambiato. A Napoli si rinsediano i Borboni (con re Ferdinando I) i quali, pur riattivando il potere monarchico, proseguono in qualche modo le linee politiche tracciate dai Francesi. I regnanti prendono per buone diverse innovazioni d'Oltralpe, come l'istituzione del Codice civile unico nonchè di quello penale, l'incameramento dei beni ecclesiastici a favore dello Stato e l'abolizione della feudalità (almeno in linea ufficiale). Quanto a Taranto, la nuova ventata di novità tende a spirare con non troppa veemenza: la nobiltà e il popolo sono di fatto legati al Re. Benchè l'amatoriale storiografia locale (ridotta ad un paio di volumi di marcata ispirazione risorgimentale, scritti da cultori che non da professionisti) dipinga un quadro poco felice del panorama poiltico ed economico di età borbonica, la realtà è ben diversa. Quello meridionale, al contrario di quanto la pubblicistica nazionale faccia ancor'oggi credere, è un territorio ricco di risorse, di cui le industrie e la nuova linea ferroviaria sono il fiore all'occhiello. Se Napoli rappresenta l'epicentro di questo sviluppo, Taranto risente in qualche modo il suo influsso, divenendo centro di scambi ed importante sbocco commerciale del Regno. Ma le mire del Piemonte e di tanti patrioti infarciti di idee risorgimentali capovolgeranno la situazione a svantaggio del nostro popolo.
Commenti