Pace e boxe!
Il 2016 in ambito pugilistico, ha segnato la presenza della prima atleta azzurra Irma Testa, ai giochi olimpici di Rio. Uno sport dai più considerato virile, ad esclusivo appannaggio del genere maschile, ha generato da qualche anno uno sviluppo verso il settore femminile che fine a qualche anno fa, si pensava irrealizzabile. Oramai in quasi tutte le riunioni pugilistiche i programmi lasciano sempre più spazio alle quote rosa. Oltre questo, spesso, arbitri donne si stanno facendo strada in molte competizioni internazionali come la grottagliese Maria Rizzardo oramai fiore all’occhiello del panorama arbitrale.
Maria Angela Spinosa però, ha sovvertito un ordine naturale che regnava nel panorama pugilistico jonico. Pulsanese, tarantina di adozione, è diventata la prima delegata provinciale della federazione pugilistica italiana. Dopo un breve percorso agonistico, ha preferito indossare una sobria giacca blu, adornata da un dorato distintivo, diventando anche la prima commissaria di riunione donna del comitato pugilistico di Puglia e Basilicata. Tra un sorriso e una ferrea osservanza regolamentare, ha addolcito un ambiente che da sempre è carico di adrenalina, dirigendo così in maniera egregia il mondo del pugilato jonico.
Il mondo delle sedici corde, l’ha attratta essenzialmente per un principio di difesa personale. In un’epoca in cui il femminicidio e le violenze domestiche occupano quotidianamente le cronache, la filosofia della noble art è diventata parte integrante della sua vita, ricalcando così il mito delle Amazzoni, le donne guerriere dell’antica Grecia.
La parte però che la rende ancora più originale è la sua professione. Maria Angela Spinosa, infatti è una insegnante di religione, ed è riuscita così a conciliare due aspetti che a molti potevano sembrare incompatibili. Lo sport, lei lo definisce come la musica, un linguaggio universale, un valore che come Papa Francesco ha sottolineato in più occasioni diventa comunicazione senza interprete, un valore che deve portare a sviluppare i talenti che Dio ci ha dato. Ora le rimane ancora un piccolo sogno da realizzare, che ha già trasferito al Vescovo S.E. Mons. Filippo Santoro. Dopo averlo messo al corrente di questa sua passione, gli ha promesso di fargli da guardia del corpo, suscitandone così un largo sorriso che ha benedetto un’abbinata, per nulla stridente tra boxe e fede.
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