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IL LATTE DELLE MAMME DI TARANTO CON DIOSSINE E BENZO(A)PIRENE?

30.05.2014 09:55

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Come è noto, la onlus “Fondo Antidiossina” è stata istituita soprattutto per scopi di ricerca e di indagine scientifica.  In particolare, si è occupata di far analizzare, presso centri e laboratori accreditati, campioni di sostanza organica animale e umana, ma anche di altre matrici (ricordiamo le analisi fatte su lumache di terra, sui mitili del Mar Piccolo di Taranto, sul latte materno, sui fanghi di origine industriale, sul sedimento marino, sulle uova di gallina, sulle polveri di deposizione, ecc.)


 

(I laboratori accreditati a cui sono state commissionate le analisi sono: "Consorzio Interuniversitario Nazionale Chimica per l'Ambiente di Marghera, Università del Salento - Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione (Lecce), R&C Lab s.r.l. di Altavilla Vicentina).

Per ovvi motivi, hanno suscitato un maggiore interesse i rapporti di prova riguardanti i campioni di latte di mamme primipare che hanno vissuto a Taranto per gran parte della loro vita.

          Dalla letteratura scientifica si evince, come fatto oramai consolidato, che le neomamme di età più avanzata (più esposte temporalmente) tendano ad accumulare maggiormente le sostanze inquinanti e, altresì, che il latte delle mamme primipare risulterebbe più carico di congeneri (es. diossine, furani e policlorobifenili). In altre parole, nel latte di una mamma quarantenne primipara si potrebbero rilevare, tendenzialmente, concentrazioni maggiori di questi congeneri, rispetto a quelle rilevabili nel latte di una mamma più giovane che allatta invece un secondo o un terzo figlio. Sembra, infatti, dimostrato che con l’allattamento l’organismo della mamma sia sottoposto ad una azione di ”scarico” di tali congeneri che vengono trasferiti ai loro piccoli in quantità sempre minori a mano a mano che si protrae l'allattamento. Tutto questo a parità di stili di vita, alimentazione e luogo di esposizione delle mamme.

I risultati delle analisi sui campioni di latte di mamme primipare tarantine (una decina), fatte eseguire fino adesso dal Fondo Antidiossina, ci danno immediatamente l’idea di una seria criticità in atto che riguarda questa importantissima fonte primaria di alimentazione. In tutti i rapporti di prova sono rilevabili concentrazioni significative di pcdd (policlorodibenzodiossine), pcdf (policlorodibenzofurani) e pcb-dioxine like (policlorobifenili diossina simili), fino a valori di 39,992pg/gr su materia grassa. Interessante sapere che il latte vaccino, per intenderci quello di mucca che noi adulti beviamo, solitamente durante la prima colazione, non deve superare i 6pg/gr pcdd + pcdf +pcb.DL. Oltre il “valore 6” la normativa prevede il divieto di commercializzazione e la distruzione di quell'alimento poiché considerato pericoloso per la salute.

La mamma, il cui latte è stato analizzato e che presentava valori molto prossimi a 40pg/gr (valori relativi ai congeneri di cui sopra), aveva 42 anni e allattava la sua prima creatura. Alla signora “LC13848”, purtroppo, ad alcuni mesi dal parto, è stata diagnosticata una forma grave di tumore che ha reso necessario un intervento chirurgico invasivo al seno. Inoltre, anche alla neonata venivano riscontrati problemi di salute molto gravi.

Attribuire le cause di quanto sopra descritto alla presenza significativa di quei congeneri nell’organismo umano, può essere sicuramente un po’ azzardato, tuttavia, rimane la certezza che per un adulto consumare del latte con concentrazioni di pcdf + pcdd + pcb.d.l. superiori a 6 picogrammi/gr. su materia grassa risulta pericoloso per la sua salute. E’ normale adesso che ci si chieda che pericolo possa rappresentare per una piccola creatura bere il latte della mamma con concentrazioni di 40pg./gr. Inoltre, è consequenziale che la preoccupazione cresca al pensiero che il latte per il neonato (a differenza dell’adulto che ne consuma molto poco!), rappresenta l’unica fonte di alimentazione intensiva per molti mesi.

In tutti i campioni di latte delle neomamme di Taranto e di età superiore agli anni 33, fatti analizzare dalla Onlus Fondo Antidiossina sono state riscontrate significative concentrazioni dei pcdd, pcdf e pcb.DL. Tutti con valori molto al di sopra dei 6 pg/gr. (limite per il latte per adulti). La media che riscontriamo, infatti, si attesta su valori superiori ai 20-22pg/gr. di pcdd + pcdf +pcb.DL

 

Con questa conferenza stampa invitiamo tutti i pediatri a riflettere su quanto descritto e a valutare seriamente se si debba considerare il latte materno come un alimento assolutamente indispensabile per il benessere e la crescita di un bambino, sempre e comunque. Li invitiamo a valutare, altresì, se possa essere il caso di alleggerire l’eventuale apporto del carico inquinante con un allattamento misto (latte materno + latte artificiale), lì dove i riscontri analitici presentino tali evidenti criticità. Non è nostra intenzione, dunque, dissuadere le mamme ad allattare, nè tantomeno creare situazioni di ingiustificato allarmismo. Desideriamo solo porre l'accento su un problema forse non ben conosciuto in termini quantitativi e specifici da tutti i pediatri. I dati esposti derivano da prove analitiche effettuate da laboratori accredidati. Tuttavia, tali riscontri analitici necessitano, comunque, di approfondimenti e di una più ampia base campionaria, al fine di poter validare i risultati e di promuovere le eventuali e specifiche azioni da intraprendere da parte dell'autorità sanitaria.



Limiti stabiliti per latte crudo e prodotti lattiero caseari per diossine, furani e pcb.DL


      I 
LIMITI DI AZIONE previsti dalle direttive europee, per le quantità dei predetti congeneri, sono  di:

1,75 pg/gr. diossine + furani (picogrammi su grammo di massa grassa)

2,00 pg/gr. policlorobifenili.DL (picogrammi su grammo di massa grassa)

I “limiti d’azione” sono uno strumento ad uso delle autorità competenti e degli operatori per evidenziare i casi in cui è opportuno individuare una fonte di contaminazione e prendere provvedimenti per la sua riduzione o eliminazione. (Raccomandazione Commissione 2013/711/UE).

 

      TENORI MASSIMI previsti dalle direttive europee, per le quantità totali dei predetti congeneri, sono  di:

1,00 pg./gr. (diossine + furani +pcbDL)

Rimangono valide, nella Raccomandazione della Commissione 2013/711/UE, le soglie relative ai tenori massimi per la somma di diossine e per la somma di diossine e PCB diossina-simili fissati dal Regolamento (CE) n. 1881/2006 della Commissione. I “tenori massimi” tengono conto dei rischi associati al consumo degli alimenti affetti da contaminanti considerati “agenti cancerogeni e genotossici” o di rischi specifici connessi “all’esposizione attuale” della popolazione o di gruppi vulnerabili della stessa che risulti prossima o superiore alla dose tollerabile. I tenori massimi sono valori al di sopra dei quali è vietata la commercializzazione del prodotto e se ne obbliga la distruzione.

Tale approccio normativo, infatti, è teso a ridurre quanto più possibile la contaminazione, così da tutelare la salute pubblica. Per la tutela della salute dei lattanti e dei bambini, che costituiscono un gruppo vulnerabile, è altresì opportuno stabilire tenori massimi ai più bassi livelli ottenibili mediante una selezione rigorosa delle materie prime impiegate nella produzione e consumazione degli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini, a partire dal latte materno.

Il Fondo Antidiossina ha riscontrato, dunque, in tutti i campioni analizzati superamenti dei valori di azione di PCDD e PCDF (policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani) e di PCB Dioxine Like, su materia grassa analizzata, a partire dal 700% fino al 1500% stabiliti per latte crudo e prodotti lattiero caseari.

Anche i tenori massimi sono stati tutti abbondantemente superati fino al 660%

(I valori riscontrati dalle indagini promosse dalla nostra Onlus hanno evidenziato valori ben superiori ai valori riportati nell’indagine europea dell’EFSA (European Food Safety Agency di Parma), 2012, in cui, a seconda del gruppo di popolazione (cioè combinazione della classe di età e di indagine ), l’esposizione media per la somma di diossine e DL -PCB è stata stimata essere tra 0,57 e 2,54 pg TEQWHO05/kg bw al giorno e il 95°percentile era tra 1,2 e 9,9 pg TEQWHO05/kg bw al giorno. La percentuale di individui esposti al di sopra della dose settimanale tollerabile (TWI) pari a 14 pg TEQ/kg di peso corporeo è stato stimato tra 1,0 e 52,9%. La causa principale della esposizione totale era la categoria alimentare del latte e dei prodotti lattiero-caseari per quasi tutti i gruppi di neonati e bambini piccoli).

 

                          Il benzo(a)pirene ed altri Ipa ritrovati nel latte materno

Nelle settimane scorse, la onlus Fondo Antidiossina ha pensato di far analizzare altri due campioni di latte prelevato da due mamme primipare e di voler verificare, non solo le concentrazioni delle diossine, furani e pcb DL, come è sempre stato fatto fino adesso con tutti gli altri campioni, ma anche di verificare una eventuale presenza di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), considerando le criticità ormai note di Taranto, a causa delle cokerie adiacenti alla città che producono ed immettono nell'ambiente queste sostanze. Ricordiamo, a tal proposito, che nel 2010 l'Arpa Puglia affermò che il 98,5% del benzo(a)pirene rilevato nel quartiere Tamburi proveniva dalla cokeria ILVA.

Sono state scelte, pertanto, altre due mamme del borgo di Taranto. Una, in particolare, ha lavorato 8 ore al giorno per molti anni in una azienda molto prossima all'industria siderurgica.

Abbiamo riscontrato per entrambi i campioni significative concentrazioni di alcuni idrocarburi policiclici aromatici. In particolare, nella mamma che ha lavorato in area industriale, i valori erano decisamente più alti.

Infatti, per quanto riguarda le concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici, nel primo campione “22337-2014” (mamma che ha lavorato in prossimità dell'area industriale), si è riscontrato un valore della somma di benzo(a)pirene, benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene e crisene pari a 6,04 ?g/kg, a fronte di un tenore massimo previsto per norma di 1 ?g/kg,, valore di gran lunga superato nei campioni analizzati.

Per il secondo campione “22338-2014” (la mamma che non lavora e che non vive in prossimità dell'area industriale) si è riscontrato un valore di 2,42 ?g/kg, data dalla somma di benzo(a)pirene, benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene, crisene. Un valore più basso del precedente campione, ma anche in questo caso superiore al tenore massimo previsto per legge di 1 ?g/kg.

 

Regolamento (UE) N. 835/2011

TENORI MASSIMI : benzo(a)pirene + benzo(a)antracene+benzo(b)fluorantene +crisene = 6 ?g/kg

 

Da ricerche bibliografiche effettuate si è potuto apprendere che l'esposizione agli IPA nelle prime fasi di sviluppo del cervello può causare successivi problemi sul comportamento e che gli IPA sono in grado di modificare, in parte, il metabolismo del sistema nervoso centrale in età adulta1 .

 

Gli Idrocarburi policiclici aromatici (PAHs) sono inquinanti organici persistenti provenienti da processi di combustione incompleta. Gli esseri umani sono esposti ad IPA principalmente attraverso l'ingestione di cibo contaminatoGli IPA sono sostanze neurotossiche spesso presenti in placenta, nel sangue del cordone ombelicale e nel latte materno che studi di settore hanno mostrato che l'esposizione precoce ha un significativo impatto nello sviluppo del sistema nervoso centrale. Si è dimostrato che l'esposizione (PAHs) sia durante la gestazione che durante l’allattamento ha comportato una riduzione del metabolismo cerebrale in diverse strutture chiave legate al sistema limbico. Lo studio è stato quello di valutare gli effetti dell'esposizione (PAHs) gestazionale sugli stessi aspetti della funzionalità del cervello. Il citato studio ha messo in evidenza che l’esposizione agli inquinanti per determinati periodi di esposizioni nei primissimi stadi di sviluppo gioca un ruolo chiave sulla compromissione neurologica indotta

In studi sperimentali si è dimostrato che si riscontrano effetti di neuro tossicità in caso di esposizione perinatale a una miscela di idrocarburi policiclici aromatici già a partire da bassi livelli di concentrazione di tali sostanze inquinanti quali quelle in questione3.

NORME DI RIFERIMENTO

Raccomandazione UE 711/2013 che aggiorna la Raccomandazione UE n. 516/2011 (raccomandazioni che aggiornano il  Regolamento UE 835/2011 che modifica il precedente Regolamento (CE) n. 1881/2006).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:215:0004:0008:IT:PDF - Regolamento UE 835/2011

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2013:323:0037:0039:IT:PDF - Regolamento UE 711/2013

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:218:0023:0025:IT:PDF - Regolamento UE 516/2011

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:364:0005:0024:IT:PDF-  Regolamento UE 1181/2006

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