It's Music

IT'S MUSIC / SANREMO 2014

25.02.2014 19:17

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Puntuale ogni anno, la fine del mese di Febbraio coincide con la conclusione del Festival di Sanremo


 

C’è da dire innanzitutto che la Kermesse musicale più attesa dell’anno, da tempo si caratterizza più per le sorprese, gli ospiti e le polemiche (vere o presunte tali) che per le canzoni in competizione, che difficilmente riescono ad accendere lo storico teatro dell’Ariston.

Renga, Ron, Arisa, Giuliano Palma e Giusy Ferreri, restano comunque nomi di cartello che arricchiscono la competizione dei cosiddetti “Big” (a dire il vero spesso scalzati per qualità e innovazione dai “giovani”) ma il pacchetto di star della musica, insieme a quello degli ospiti, non riesce questa volta a far esplodere gli ascolti del Festival, che comanda ma non domina lo share TV.

Se a ciò inoltre si considera che il picco di ascolti è stato raggiunto dalla presenza come ospite (e ci mancherebbe che cantasse ancora) di Raffaella Carrà, ciò la dice lunga sia sull’innovazione mancata in questa edizione, sia sul livello generale delle guest star; col massimo rispetto per la Carrà nazionale (che sarà sempre più giovane delle quasi ottantenni e immortali gemelle Kessler) rappresenta comunque un quadro superato della musica nonché dello show italiano.

Tornando alla vera e propria essenza del Festival, ossia le canzoni in gara, la competizione dei big non è proprio serratissima.

Dopo le prime serate che vedono protagonisti i brani “Controvento” di Arisa, la ottima “Vivendo adesso” di Renga e il ritorno del giovane Renzo Rubino con “Ora”, la maratona sanremese pare già segnata, con un lasco con i restanti partecipanti consistente, sia in termini di televoti, sia nei pareri (come sempre discutibili) della giuria, capitanata da Paolo Jannacci con la collaborazione tra i tanti, dell’ex volto di MTV Giorgia Surina.

 

Nel frattempo analizzando le novità - quantomeno musicali – degno di nota è il brano dei torinesi Perturbazione, dal titolo “ L’unica” con un piacevole folk rock non proprio di casa a Sanremo, oltre che la presenza di Frankie HI NRG (più che una novità, un ritorno sulle grandi scene) e il debutto al festival di Francesco Sàrcina, voce delle Vibrazioni, che per lo stile musicale intrapreso, poteva anche portare con sé il resto della band poiché non ha apportato differenze sostanziali al suono che esibisce già nel gruppo.

Tra le note stonate di questo Festival, c’è senz’altro l’ultimo posto di Ron con “Sing in the rain”, che potrà anche funzionare come pezzo da festa del paese, ma non è appropriato per competere per posizioni di rilievo, oltre che la performance della palermitana Giusy Ferreri, la cui voce non brilla e il cui brano convince ancora meno del suo nuovo look.

 

A vincere il 64° Festival è Arisa – anche lei con un nuovo look, artificiale – che col suo inedito “Controvento” spiazza la concorrenza soprattutto con l’aiuto della giuria che in sostanza ribalta il parere del pubblico italiano. C’è però da ammettere che il brano per sonorità mi ricorda personalmente lo stile della cantautrice Lana del Rey, nuova stella del pop/soul americano, e indubbiamente la trentenne genovese trae da questo cambio di rotta musicale il vantaggio necessario per terminare al primo posto.

 

Ciò che accade nel frattempo per l’edizione dei giovani è ricco di perplessità; il testa a testa tra il rapper campano Rocco Hunt e il cantautore Diodato, nato ad Aosta da origini tarantine, termina con la vittoria del giovane napoletano che riesce a conquistare la vetta grazie ad un forte consenso da parte del pubblico.

Pur differenziando due generi totalmente opposti, il divario di qualità assoluta tra i due brani è a mio parere consistente, e Diodato con la sua “Babilonia” avrebbe tranquillamente ben figurato anche davanti all’imprevedibile verdetto che interessava i “Big”.

 

Per finire c’è comunque da considerare che è stata un’edizione non eccezionale, dal minore spessore qualitativo rispetto agli ultimi anni e ciò può portare a verdetti imprevedibili, ma tralasciando le improbabili proteste – al limite del credibile – da parte di un paio di operai durante la prima puntata, non considerando che la special guest straniera è stata Laetitia Casta – ex soubrette sanremese – e infine prendendo atto che la vincitrice è pur sempre Arisa, la coppia Fazio – Littizzetto (non due qualunque) avrebbero meritato di condurre un edizione più appagante, che ha visto come fattore dalla loro parte, solo la giusta scelta da parte degli organizzatori di chiudere le porte ai concorrenti provenienti dai talent show.

Brani come vincenti come quelli di Emma Marrone, di Marco Mengoni o di Masini di qualche edizione passata, sembrano essere lontani anni luce.

Ma Sanremo è anche questo, prendere o lasciare; di fatto sono sempre di più coloro che scelgono la seconda possibilità.

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