NAUFRAGO D’AMORE
NAUFRAGO D’AMORE
Ondeggia la zattera, raminga va silenziosa tra le onde oasi a cercare, un drappo in vela a sventolare, un bianco gabbiano in accompagno.
Il sole cuoce nomadi pensieri coi roventi raggi in viso a colpire, con schizzi di cristallino mare a confondersi col sudore su mente vagante di cuor assente, a voler fermare il tempo mentre il nome suo invoca.
La luna accarezza madida fronte con parole unte dal respiro tra increspature riflettenti negli argentei vasi posti ai venti dei notturni sibili a venire coi momenti circuiti di tremanti mani.
Erra, naufrago d’amore, preludio scivola nelle caverne dei sospiri, nelle oscurità colpenti da saline gocce, il tramonto s’avvede, riposa la sperduta nuvola, domani ancor dalle correnti a spingere alla ricerca di quella spiaggia, riva tra le gioie immaginate e or lontane.
Giovanni Monopoli
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