LA STORIA DI TARANTO / 15a PUNTATA - LA SPADA ARAGONESE
I cinquant'anni di dominio aragonese su Taranto raccontati da Aldo Simonetti
Il Castello (a tutti noto come Aragonese) è un tangibile segno del loro passaggio nella nostra beneamata città. Poco più di cinquant'anni di governo, apparentemente brevi ma sufficienti per imprimere tracce indelebili nelle pagine della nostra storia.
La prima metà del Quattrocento è segnata dalle estenuanti lotte tra Angioini ed Aragonesi per l'acquisizione del trono di Napoli. Questi ultimi si sono insediati in Sicilia già al crepuscolo del XIII secolo, ma per il completo possesso della parte peninsulare del Mezzogiorno c'è ancora molto da attendere.
Soltanto nel 1442 ,infatti, si potrà dare avvio alla dominazione spagnola nel Sud (che avrà modo di protrarsi sino agli albori del Settecento), sebbene in questa prima fase di marca aragonese. Ma chi sono in realtà i nuovi occupanti e da dove provengono? Si tratta di una dinastia avente radici basche (originaria della Spagna settentrionale), le cui ultime due casate assumono il controllo di una buona fetta di Mediterraneo. Dopo aver fatto degli Angiò un sol boccone, instaurano con la benedizione del popolo -esausto di due secoli di malgoverno francese- il proprio potere. Ad aprire le danze è Alfonso V, che ridà slancio ad un'economia in ginocchio e promuove una serie di iniziative volte a migliorare diversi aspetti della vita sociale.
Taranto, frattanto, è assegnata a Giovanni Antonio (autentico compagnone del sovrano), nelle cui mani è accentrata, di conseguenza, la gestione di tutto il Principato. Che, tra l'altro, raggiunge l'apogeo della sua estensione territoriale arrivando ad abbracciare parte dell'attuale provincia di Foggia e persino un pezzo di avellinese e salernitano. Malgrado le buone premesse, le reali intenzioni di questo rappresentante del re non tardano a manifestarsi. Giovanni, assetato di sostanze e denaro, dilapida con voracità le risorse messe a disposizione dagli abitanti (emanando in tal senso un lunga lista di tasse). Alla morte di questi il titolo resta scoperto per mancanza di eredi. Ferdinando (detto 'Ferrante',figlio di Alfonso e succeduto al padre) coglie la palla al balzo, appropriandosi di Taranto ed annettendo tutto il territorio di sua giurisdizione alla Corona. Termina così, dopo ben oltre tre secoli di storia, l'era del Principato, benchè nessun nostro concittadino versi una lacrima nè provi in cuor suo dispiacere. In effetti, il buon operato della dinastia iberica non lascia assolutamente spazio a rimpianti nè irredentismi, anzi. Per gli Aragonesi la città è una seconda capitale: lo testimoniano i numerosi privilegi concessi agli abitanti (anche fiscali) e gli interventi di recupero e fortificazione dell'agglomerato urbano. Ma la 'pax' non è destinata ad essere durevole. All'orizzonte appare già una nuova minaccia, quella turca.
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