I TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI “RAVVIVANO” IL VILLANOVA
“L'incredibile spetaculo della vita, l'incredibile spetaculo della muerte”, la frase non è solo “un urlo di battaglia” ma un vero è proprio marchio di fabbrica dei Tre Allegri Ragazzi Morti: band di Pordedone che ha appena traguardato i vent'anni di carriera. Il frontman Davide Toffolo e i suoi campagni d'avventura hanno fatto tappa domenica scorsa al “Villanova” di Pulsano per esibirsi all'interno dell' “Octopus Summer Love”, cartellone estivo del noto locale della Litoranea ionica. I TARM hanno ripercorso in un'ora e mezza di concerto (con 23 tracce) le tappe fondamentali dei loro quattro lustri artistici: “Ascolterete Tre Allegri Ragazzi Morti per principianti” afferma Luca Masseroni (batterista del gruppo) prima dell'esibizione. “Questo è lo spettacolo -continua – che stiamo portando in giro, nel quale tu puoi fingere di non averci mai ascoltato venendo al concerto con la curiosità di vedere cosa succede”. Il concerto in effetti non ha tradito le attese del numeroso pubblico presente con un percorso di indie rock alternativo dalle venature a tratti reggae e a volte punk ma anche cantautorali in senso lato. Tanti i pezzi noti riproposti dall'apertura con “Il principe” e a seguire il “Quasi adatti” e “Il mondo prima”. Lo spettacolo si è snodato in un crescendo di emozioni con le cedenzate “Occhi Bassi”, “La mia vita senza te”, “Puoi dirlo a tutti” e “Alle anime perse” per riprendere il ritmo incalzante attraverso le storiche“Quindici anni già” e “Come mi vuoi”. Il finale è dedicato ad opere più recenti come “Mai come Voi” e “Miami”. La “chiacchierata” con Masseroni è stata utile anche per rivivere le evoluzioni della band nel corso degli anni: “Il nostro suono ha subito delle evoluzioni come è inevitabile per ogni gruppo. In ogni presente che può essere l'eterno, quel suono rappresenta sempre il migliore. L'elemento ricerca assume, anche sotto il profilo personale, un significato forte. La musica italiana? C'è tanta bella roba, ti direi dei nomi ma sarei di parte perchè sono gruppi vicini a noi. La musica sta cambiando come scena e mi sento molto più ottimista. Ricordo che da ragazzino intraprendere il percorso del cantante a livello professionale era difficile. Gli artristi che passavano dalla mia città di provincia (Pordenone ndr) suonavano al palazzetto ed erano supportati da case discografiche dominanti. Diciamo che i risultati erano meno democratici rispetto ad oggi, dove grazie alla rete c'è maggiore diffusione della musica e, se sei bravo, non hai bisogno di un discografico che ti dice: “farò di te una star” mentre ci nasconde la fregatura”. Intanto in Italia imperversano le cover band che invadono i locali, forse è un segnale di mancanza di creatività: “Potremmo dare un'interpretazione ambivalente: ci sono gli integralisti della musica indipendente che criticano questo scimmiottare delle canzoni famose. Questo può essere vero perchè chi compra opere della discografia ufficiale ha la possibilità di comprarle anche negli autogrill, dove al contrario non trovi gruppi come il Teatro degli Orrori e gli Zen Circus, malgrado la loro notorietà. Poi ci sono grupppi meno conosciuti che riescono a reggersi con una certa dignità. Questo quando ho iniziato io me lo sarei solo sognato. Per quanto concerne le cover band: ricordare le canzoni di qualcuno rappresenta sempre una voglia di essere e vivere emozionalmente la musica già scritta da qualcuno. E' chiaro che è un fenomano dilagante, presente anche quando siamo nati noi”. Il ritorno in provincia di Taranto è avvenuto a solo tre mesi di distanza dal concerto del 1 maggio che Luca ricorda così: “Mi sono dimenticato il costume da bagno!!! A parte i problemi tecnici che facevano sembrare Toffolo scordato di voce, la cosa che ricordo è lo stare insieme con un pensiero forte che non è solo politico ma anche sociale. L'atmosfera è sempre buona ma forse sono un po' troppo suddista perchè quando scendo ad esibirmi qui da voi mi sale una strana allegria contagiosa. Il 1 maggio di Taranto è stata una festa , malgrado la pioggia è stato bello...anche vedere tutti i gruppi che suonano volentieri a Taranto in occasione di questa data. Non è mia intenzione screditare il 1 maggio di Roma ma quello, per quanto viva di musica, è un fenomeno fortemente televisivo che ti da una pressione reale quando devi esibirti proprio per i tempi della tv. Quando le cose sono fatte troppo in grande, noi italiani subiamo lo stress emotivo e personalmente non sono stato molto contento quando mi sono esibito a Roma”. Alla luce di questa “dichiarazione d'amore” non possiamo che augurare ai TARM: un pronto ritorno al 1 maggio made in Ionio.
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