Le meteore del Taranto

NEGRO FRER, L' 'ITALO-STRANIERO' IN ROSSOBLU

16.08.2013 16:43

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Nell'ampia carellata di meteore di casa Taranto non poteva mancare Alex Negro Frer. Cognome sudamericano, origini piemontesi per il terzino che approdò, senza successo, in rossoblu nel 2003
 
Argentino? No. Brasiliano? Per nulla. Uruguagio? Niente affatto, siete sulla cattiva strada. Non lasciatevi ingannare da nome e cognome di costui: Alex Negro Frer, malgrado un'etichetta anagrafica apparentemente sudamericana, va annoverato tra i nomi italiani dell'ampia collezione di meteore rossoblù.
Difensore, piemontese doc e tifosissimo del Toro - queste indicazioni basteranno per confermare il suo sangue italico -, Negro Frer emette il suo primo vagito alle porte di Torino nel gennaio del 1979. Come ogni buon piede che nasce ai piedi della Mole, muove i suoi primi passi nella gloriosa società granata - contrariamente alla rivale bianconera, nei cui vivai compaiono per lo più nomi di matrice meridionale -,fino ad avere l'opportunità di esordire in prima squadra a 18 anni in un Torino-Ravenna di B, del giugno del '97. Dopo un anno di panchine tra il 'Delle Alpi' e vari campi di serie cadetta, per il giovane si prospetta la notoria formula del prestito per 'farsi le ossa' -classica frase fatta -, con il Benevento pronto a farlo crescere a proprie spese: nella stagione 98-99 il giovane torinese incamera 23 presenze in C2, contribuendo in maniera determinante alla promozione dei sanniti in terza serie. Benchè ciò non basti per convincere i dirigenti del Toro a confermarlo per la stagione successiva, il difensore riesce ugualmente a guadagnarsi un posticino in B, seppur con la maglia della Pistoiese e a patto che funga da riserva; così,nell'annata 2000-01,la prima in maglia arancione,colleziona solo 6 presenze, mentre nella seguente ben 20 divenendo,specie nella seconda parte di stagione, titolare inamovibile della compagine toscana e rivelando ottime capacità difensive. Un bel balzo in avanti per la carriera di Alex, finito già nel mirino di diversi club della cadetteria. La Pistoiese, però, non intende mollare la preda e privarsene in alcun modo, bloccandolo e confermandolo anche per il campionato 2002-03. Malgrado le attese, le cose si mettono diversamente: il calciatore, infatti, accumula solo qualche gettone di presenza, vedendosi dunque precludere di fatto la possibilità di rientrare in pianta stabile tra i titolari. Ma la panca non è più comoda come un tempo e così, accordandosi con la società d' appartenenza, giunge alla soluzione di un prestito ad altro club. E' il 14 gennaio 2003, quando il Taranto di Ermanno Pieroni annuncia l'arrivo dell' ex torinista in concomitanza con quello dell' italo-dominicano Espinal -altra meteora che non sfuggirà alle nostre grinfie -. Le chiacchiere da Bar dello Sport, frequenti nella città bimare, parlano -per via di un nome così poco noto, quanto esotizzante -, di uno sconosciuto talento sudamericano o, quasi a volerci ironizzare, di un atleta dal continente nero per mostrare le proprie qualità da centometrista. Fortunatamante, a fugare ogni dubbio è una nota trasmissione sportiva locale che, fra lo stupore di tanti tarantini, presenta in diretta un nuovo difensore: Alex Negro Frer, deludendo le aspettative tutti coloro i quali avrebbero voluto vedere un ennesimo straniero vestire la casacca rossoblù. L' esordio dopo appena cinque giorni: è il 21 gennaio quando Fabio Brini, allora tecnico degli ionici, getta nella mischia il nuovo arrivato nel derby casalingo contro il Martina;in uno 'Iacovone' semipieno e, nel contempo, semivuoto, sfodera una prova generosa, caratterizzata da sgroppate sulla fascia e interventi utili a neutralizzare le folate offensive dei murgiani,tuttavia inutile ai fini del risultato. La sua prima con la maglia del Taranto, dunque, risulta buona a tal punto da convincere lo stesso Brini a impiegarlo per ulteriori 6 matches, disputati però senza infamia e senza lode anche per via di alcuni problemi fisici subentrati a stagione in corso. L'esperienza in riva allo Ionio, sebbene meritevole di un pollice alzato -quasi mutuando una simpatica forma di approvazione in uso sul noto network Facebook -segna l'inizio della parabola discendente dell' atleta che, abbandonata definitivamente la Toscana, torna nella sua terra di origine vestendo per diversi anni la casacca della Pro Vercelli in C2 con buoni risultati e,successivamente, in D quella del Lotto Giaveno e ,per ultima, del Chieri. Un talento bruciatosi troppo precocemente? Ai lettori l'ardua sentenza...

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