Arbitri pugliesi a scuola dal responsabile istruttori Facchini
Una intensa tregiorni in programma tra Brindisi e Bari. La presidente Fip Puglia Margaret Gonnella: “Genitori ed allenatori fungano da esempio nel rapporto con gli arbitri: dobbiamo essere all'altezza della passione sportiva dei nostri ragazzi”
Una importante occasione di confronto per gli arbitri pugliesi, nell'imminente fine settimana. Sta per cominciare una intensa tregiorni che vedrà impegnato in regione il responsabile nazionale degli istruttori Cia Fabio Facchini, per una serie di incontri con i fischietti: domani, venerdì, il primo appuntamento al PalaPentassuglia di Brindisi con gli arbitri nazionali, fissato alle 18. L'indomani, sabato, il trasferimento a Bari, al PalaBalestrazzi di via Turati, per la riunione con gli arbitri dei campionati regionali, dalle 10 alle 12. Domenica 24, infine, il PalaBalestrazzi sarà la sede, dalle 9 alle 13, di una seduta del Centro Tecnico Federale maschile, cui parteciperà anche Facchini.
Un programma di riunioni mirato alla crescita degli arbitri pugliesi in competenza tecnica e consapevolezza del ruolo, che si svolgerà a pochi giorni dall'interruzione di una gara di un campionato giovanile per intemperanze del pubblico: “Agli arbitri interessati va la solidarietà e la vicinanza dell'intero movimento – osserva il presidente Fip Puglia Margaret Gonnella – Ogni episodio di violenza, fisica ma anche verbale, deve essere fermamente condannato. Con prese di posizione decise ma anche e sopratutto con l'esempio quotidiano. Quasi ogni domenica, durante le sedute delle rappresentative giovanili, giovani arbitri, giocatori ed allenatori lavorano a stretto contatto per crescere assieme durante gli allenamenti, e per capire che fanno tutti parte dello stesso meraviglioso gioco. Un metodo che ha senz'altro migliorato le cose, grazie all'impegno giornaliero di tantissimi fra allenatori e dirigenti. Ma che evidentemente non basta, quando ci si scontra con la mentalità di chi, fra spettatori o tesserati, pensa purtroppo che l'arbitro sia un avversario in più se non addirittura un nemico, da mortificare o mettere comunque in difficoltà”.
Un pensiero, quest'ultimo, inaccettabile nei campionati senior ed ancor più nei tornei giovanili: “Ancor prima di cultura della sconfitta dovremmo parlare di consapevole accettazione delle decisioni sfavorevoli, che restano parte integrante del gioco – prosegue Margaret Gonnella – L'errore arbitrale, vero o presunto esso sia, va accettato con la stessa serenità con cui si accetta l'errore di gioco di un proprio giocatore, o del proprio figlio. Genitori ed allenatori devono avere massima coscienza di rappresentare un esempio, per i ragazzi. Per pochissimi fra loro la pallacanestro diventerà un lavoro, per molti rimarrà un bellissimo hobby. Per tutti, però, questo gioco offrirà un modello di comportamento. Per la vita di tutti i giorni che si svolge lontano dai canestri, ma che non prescinde da ciò che si impara in campo e sugli spalti. I nostri ragazzi ci guardano: dimostriamoci all'altezza della loro passione sportiva”.
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