LA STORIA DI TARANTO / 20a PUNTATA - L'ETA' BORBONICA
I Borboni a Taranto
La parentesi austriaca è subito interrotta dall'entrata in scena dei Borbone, famiglia reale di antica origine francese (scorrendo lo sterminato albero genealogico, troviamo persino Carlo Magno tra i suoi illustri antenati). Malgrado le radici transalpine, il ramo in questione è di marca spagnola. Sarebbe tedioso parlare delle circostanze che hanno condotto tale dinastia ad insediarsi a Napoli, ma ve lo dico ugualmente: negli anni '30 del XVIII secolo scoppia una guerra- tutt'altro che sanguinosa- per la successione al possesso del Regno delle due Sicilie, laddove gli austriaci rimediano una sconfitta senz'appello. Carlo III di Borbone occupa così il trono (azione legittimata dalla recente reggenza dei suoi connazionali iberici), attuando numerose riforme di stampo illuministico e ridando fiato ad un'economia messa in ginocchio dalle precedenti gestioni (in particolare quella spagnola).
Taranto, dal canto suo, risente di questi effetti benèfici apportati dal sovrano. In primo luogo si assiste ad un adeguato sfruttamento delle risorse ittiche ed agricole (comportando un incremento di posti di lavoro). Ma soprattutto ad un improvviso cambio di ruolo all'interno della struttura statale meridionale: diventano di volta in volta sempre più numerosi i cartografi e i viaggiatori stranieri intenti a studiare la città ed a coglierne gli aspetti demografici e culturali. Avventurieri e cronisti tedeschi dipingono con obiettività e talvolta un pizzico d'ironia le varie sfumature di una Taranto non distante da quella dei nostri giorni. Quantunque la popolazione torni a respirare un soffio d'aria fresca, le differenze sociali non cessano d'esistervi. Il divario tra classi nobiliari e plebe resta invariato, così come lo 'status'finanziario tra una famiglia ed un'altra. Sono essenzialmente tre le famiglie che contano: i Lupoli, i Carducci e, in particolar modo, i Calò. Oggi potete ammirare i loro sontuosi palazzi in Città Vecchia; simboli del potere ed autentici colossi in pietra che si stagliano tra le piccole abitazioni della gente umile. Consegnato lo scettro al successore Ferdinando IV, il Regno vive il suo declino sino alla completa caduta per mano di Napoleone; a Taranto la situazione resta pressochè invariata, sebbene qualche conseguenza non manchi. Il periodo borbonico, almeno nella sua prima fase, ha la durata di circa sessant'anni. Ma da lì al Congresso di Vienna (tenutosi nel 1815), che segna il ritorno al potere della dinastia, il riscatto è già pronto.
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