STORIA DELLE CHIESE DI TARANTO: 'MADONNA DELLE GRAZIE', LA PARROCCHIA NOMADE
di Aldo Simonetti
Funge pressochè da spartiacque tra il Borgo e la restante parte della città, potendoglisi attribuire il titolo di 'templum maximum' del popoloso rione Tre Carrare-Battisti.
Sita a ridosso dello sgraziato muraglione che cinge a nord buona parte dell' area urbana di Taranto, l'attuale chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie reca come anno di costruzione il 1965, sebbene la sua gestazione si riveli alquanto travagliata.
Di fatto, sino ai primi anni Cinquanta, il culto nei confronti della Vergine miracolosa è praticato all'interno di un piccolo tempio rurale situato in aperta campagna (in luogo dell'attuale via Mater Gratiae), a un tiro di schioppo dall'ingresso dell'Arsenale e collegato al centro abitato mediante un sentiero polveroso e chiazzato di sterpaglie. Si tratta di un edificio di modestissime dimensioni, a prova di sardina, essendo in grado di accogliere poco più di una dozzina di fedeli. Con i primi vagiti del nascente quartiere e il graduale popolamento dell'area, si rende necessaria l'individuazione di un nuovo luogo di culto che possa contenere un maggior numero di devoti. In questo senso, si opta dapprima per una sede provvisoria, ubicata tra le vie Otranto e Mater Gratiae, poi, in considerazione dell'incessante espansione demografica, per un ambiente ancora più ampio. La scelta, a tal proposito, ricade su un'area incolta, già appartenente alla nobile famiglia dei Ramellini (da cui l'appellativo dato alla celebre piazza collocata nel cuore di Taranto) e, con gran benevolenza, da questi donata alla Curia. Giunge, pertanto, il momento di erigere una chiesa confacente alla venerazione per la Madonna delle Grazie e, nel contempo, rispondente alle esigenze degli abitanti. E' il 1960 e, sotto l'egida di Monsignor Michele Traversa (nonché primo parroco), prendono avvio i lavori di costruzione, con il benestare dell'Arcivescovo, Guglielmo Motolese. Il 7 ottobre dello stesso anno, la nuova opera viene battezzata alla presenza di autorità ed esponenti del clero locale. L'istituzione del siderurgico tra i due Mari comporta un ulteriore 'boom' edilizio, con l'innalzamento di un cospicuo numero di palazzoni e rendendo urgente la richiesta di un nuovo progetto per elevare un tempio più capace di quello esistente. Dopo quasi un lustro dalla suddetta inaugurazione, se ne fabbrica un altro sovrapposto, conferendo all'intera struttura l'aspetto oggi visibile, quello definitivo. Il 17 luglio del 1965, la sua consacrazione. Da quel momento e per circa quarant'anni, al timone della vasta comunità di anime, don Franco Lucaselli. Con la sua dipartita, subentra don Pino Calamo, attuale parroco.
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