Taranto, che fine ingloriosa. Perde in casa contro la Vibonese ed è già retrocesso
I rossoblu di Ciullo salutano il professionismo con una prestazione indegna contro la squadra dell'ex Campilongo: finisce 2-1 per gli ospiti tra i fischi dei pochissimi tifosi presenti
La sintesi della stagione del Taranto è tutta in una canzone, scelta, non sappiamo quanto casualmente, e trasmessa dallo speaker dello stadio nell'intervallo del match: "Parole parole", una rivisitazione del grande successo di Mina.
Sì, perché di questo campionato, che i rossoblu hanno concluso nella maniera più ingloriosa, perdendo in casa per 2-0 contro la Vibonese e offrendo l'ennesima prestazione indegna di questo finale di stagione, rimarranno solo le parole, pronunciate ad inizio stagione, che preannunciavano una rinascita del calcio tarantino.
Una partita sulla falsa riga delle ultime, un copione che sembrava già scritto: Taranto impalpabile, nullo da un punto di vista tecnico e senza orgoglio, avversari che, anche grazie al solito rigoretto discutibile, conquistano lo "Iacovone" senza strafare.
Una discesa vertiginosa che ha origine in una campagna acquisti discutibile, scelte tecniche improvvide (quattro tecnici alternatisi in panchina, ma mai o quasi mai un'idea di gioco degna di questo nome) e che ha trovato il suo fulcro nell'aggressione a Maurantonio, Stendardo e Altobello del 22 marzo.
Zero gol nelle ultime sei partite - tutte perse - hanno il sapore della resa anticipata. Poche anche le occasioni da gol del Taranto di oggi, a conferma di come i calciatori siano già in vacanza da un bel pezzo.
E i gol di Sowe, su un rigore forse troppo generosamente concesso per un fallo di Magri su Yabre, di Bubas, partito sul filo del fuorigioco e quello inutilissimo di Viola allo scadere, oltre a consegnare al tutt'altro che amato ex Campilongo tre punti pesantissimi in chiave salvezza, hanno interrotto la monotonia di un pomeriggio allo Iacovone con 490 paganti - record storico negativo - che ha avuto quasi i contorni della partitella infrasettimanale.
Tra gli spettatori, nessuno della dirigenza. Si è intravisto solo De Poli, il general manager, che però sembra essere andato via al termine della prima frazione di gioco.
Taranto, saluta il professionismo. Evidentemente non lo meritavi.
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