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LIZZANO. INTERVISTA A FABRIZIO NARDONI, ASSESSORE REGIONALE ALLE POLITICHE FORESTALI CACCIA E PESCA: “MIGLIORAMENTO COINVOLGENTE”

15.11.2014 06:53

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Incontro organizzato, giovedì 13 novembre alle 18.00, nella Scuola Santa Laura da “La Puglia in più” sul tema “Agricoltura nelle calamità”, presieduto dall’assessore regionale

 

Assessore Nardoni: “L’agricoltura potrebbe, nuovamente, divenire l’eccellenza pugliese?”

“Credo che l’agricoltura possa essere un elemento essenziale per lo sviluppo economico Pugliese, anche, in questa parte della Regione dove si esprime un’attività agro-culturale importante. In maniera particolare, parliamo di vino e olio, quindi, possiamo valorizzare tantissimo questo comparto. Dobbiamo incominciare a comunicare molto di più, raccontare quali sono le opportunità. Abbiamo un miliardo e seicentocinquanta milioni di euro da spendere con il prossimo programma di sviluppo rurale, all’interno del quale ci sono tantissime risorse per i giovani, per l’innovazione, ricerca, per stimolare i sistemi aggregativi, quindi le aggregazioni: OP,consorzi, cantine sociali, oleifici e, quindi, deve essere, sicuramente, un elemento economico importante della nostra Regione, come lo è stato negli ultimi anni, puntando, in maniera particolare, sulla qualità. Il fatto di aver trasformato dal 15 all’80% del nostro mosto in vino e averlo imbottigliato, negli ultimi dieci anni, sta a significare che abbiamo, finalmente, provveduto a trasformare un prodotto, ma, soprattutto, anche a qualificarlo. Abbiamo questo elemento di certificazione che si chiama “Marchio di Qualità di Puglia”, attraverso, il quale, garantiamo tracciabilità e qualità alimentare e che ci permette, appunto, di certificare questo grande prodotto Pugliese che non è solo il vino, ma parliamo anche di olio, di ortofrutta”.

Un aumento considerevole rilevante per la nostra Regione. L’inevitabile riferimento al “Patto di Stabilità” quando si discute sulla mancanza di fondi, celerebbe l’effettiva presenza di questi ultimi o è solo una giustificazione?

“No, no, no. Il “Patto di Stabilità” incide moltissimo. Noi siamo continuando, veramente, a fare miracoli per cercare, appunto, di conoscere le risorse ai nostri agricoltori che hanno provveduto a mettere in atto investimenti, puntando sui finanziamenti e sulle risorse che la Regione mette a disposizione. Pur avendo, in cassa, le risorse, abbiamo difficoltà, appunto, a pagare i nostri agricoltori, perché non abbiamo il “Patto di Stabilità”, perché è un problema Nazionale-Europeo che noi, continuamente, trasferiamo e sollecitiamo, perché è un problema gravissimo”.

A differenza delle banche che, invece, concedono lo spostamento dei contributi, seppur rispettando un iter basato sull’effettivo danneggiamento dovuto ad una calamità naturale (pari e oltre al 30%) …

“Un processo che parte nel momento in cui si riconosce una calamità naturale che viene dimostrata anche, a seguito, di una mancanza di P.L.V. Quando supererà il 30% della P.L.V. il danno, ci viene riconosciuta la calamità e, quindi, gli istituti bancari hanno la possibilità di spostare di un anno cambiali agrarie e, anche, contributi e quant’altro. Al di là di questo, dobbiamo, anche con il nuovo programma di Sviluppo Rurale, siamo nelle condizioni di venire incontro agli agricoltori, nel caso di calamità. Questa è una misura nuova che abbiamo inserito in questo programma di Sviluppo Rurale che permetterà, appunto, di riconoscere il danno all’agricoltore, un ulteriore aiuto. Al di là del fatto che, l’agricoltore, ormai, per garantire i propri prodotti, attende le calamità ha, necessariamente, l’obbligo di fare la polizza assicurativa”.

Agricoltori e assicurazioni: un rapporto che si risanerà?

“Ci stiamo lavorando a livello Nazionale con i PON, con i programmi operativi e per, innanzitutto, riconoscere l’aiuto nei confronti dell’agricoltore, se vogliamo continuare a pagare l’85% della polizza, quindi riconoscere l’85% del costo all’agricoltore. Ma stiamo lavorando, anche, sull’eventuale opportunità di fare una polizza tipo, coinvolgendo un po’ tutto il sistema assicurativo per cercare di mettere ,anche, un po’ in competizione. E, quindi, abbassare un attimo i costi della polizza che, in alcuni contesti sono onerosi, oltre al fatto che stiamo cercando di mettere le condizioni, con le assicurazioni, di rilasciare le polizze assicurative, anche, nei confronti di qualsiasi tipo di calamità. Il problema è proprio questo: le tipologie di calamità, le assicurazioni non rilasciano le polizze e questo è un altro problema. È un momento sul quale stiamo lavorando, anche sul tavolo Nazionale, spero quanto prima di poter contribuire a trovare una posizione”.

 Andiamo al binomio Cultura e turismo: uno degli “slogan” di Dario Stefàno e del suo partito. Taranto: potrebbe progredire?

“Taranto deve puntare sulla cultura e sul turismo. Turismo e, naturalmente, cultura legato, anche, al mondo dell’agricoltura, ma, soprattutto, anche al mondo della risorsa mare. Risorsa mare che significa: porto, pesca, mitilicoltura.. Tant’è vero che, qualche settimana fa, abbiamo anche approvato la legge sulla pesca, turismo e l’ittiturismo tramite la quale legge normiamo le attività di pesca, turismo e ittiturismo e, in qualche maniera, facciamo anche di questo settore, quale quello della pesca, un settore dove si fa cultura e si fa anche turismo. Taranto devo sfruttare i luoghi meravigliosi, a partire dal MARTA, luogo dove i reperti rappresentano storie passate che ci vengono invidiate da tutti, perché il MARTA è un museo di grandissima importanza a livello Europeo e non solo. E, poi, abbiamo il Castello Aragonese, abbiamo, anche, questa meravigliosa costa che può, sicuramente, dare, un’attività importante dal punto di vista turistico. Dobbiamo migliorarci molto, anche, nell’aspetto culturale. Ha bisogno di crescita sotto questo punto di vista, però non le manca assolutamente niente. L’importanza storica-artistica. Poi, abbiamo, anche una parte della città che rappresenta cultura, storia, tante tradizioni della Città Vecchia che ha necessità di essere, assolutamente, qualificata e rigenerata. Bisogna partire dalla riqualificazione urbana per poi rigenerare dal punto di vista sociale; ma, le due cose, si devono sposare e sono convinto che, se si pone una grande attenzione nei confronti di quella parte della città, cioè quella del centro storico, sicuramente, si potrà incominciare a parlare di turismo, cultura. Taranto, Città Vecchia, Waterfront, quindi mare, sono risorsa culturale ed economica”.

Eleonora Boccuni


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