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CALL CENTER "FASTWEB" A TARANTO, UN ALTRO ESEMPIO DI SFRUTTAMENTO?

17.09.2014 08:10

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“Ennesimo call center che non rispetta i lavoratori:gli organi competenti intervengano o manifesteremo fuori quei cancelli”

Generalmente è facile pensare che gli episodi di sfruttamento (per usare un termine gentile) di lavoro, con condizioni improponibili ed oltre i limiti della dignità del lavoratore, siano lontani da noi e dalle nostre realtà: in questo caso, invece, denunciamo un call center che si trova a Taranto, in città, in una delle vie più trafficate.

Si tratta di un call center che lavora per la commessa “FASTWEB”, monocommittente, che, a seguito delle segnalazioni che ci sono state fatte dai collaboratori, sarebbe al di fuori di ogni limite di legge e di buonsenso nella gestione delle persone.

Per quanto ci è stato riferito, infatti, si tratterebbe di un' ”azienda” che non paga in base a quanto previsto dall'accordo sindacale del 2013, paga i compensi in base alle simpatie/antipatie del datore di lavoro che decide di premiare o penalizzare i collaboratori, che dice ai lavoratori che chiedono spiegazioni "questo è se ti sta bene altrimenti vai a casa", che ha le telecamere nelle sale puntate sui lavoratori e sui pc mentre lavorano(avranno rispettato la legge 300???), che manda a casa i lavoratori se chiedono spiegazioni sulle bustepaga fantasiose o se si trattengono un minuto di più nel bagno.

Peraltro, è un'azienda nella quale(e ce ne rammarichiamo), esisterebbe un accordo tra la stessa azienda ed un'altra sigla sindacale(sigh!) per cui i lavoratori che non raggiungono l'obiettivo di 1 contratto ogni 14 h percepirebbero un compenso di 2,5 euro all'ora, nemmeno i 5 pattuiti originariamente: come fa una sigla sindacale a firmare accordi capestro di questo genere e poi venire con noi a manifestare a Roma quando chiediamo regole uguali per tutti e più dignità per i lavoratori?

spiuchiamo quanto prima un intervento dell'Ispettorato del Lavoro, da noi sollecitato, altrimenti, nel giro di qualche settimana, indiremo una manifestazione fuori i cancelli di quell'azienda e porteremo i dirigenti della SLC CGIL di Taranto a manifestare contro chi è responsabile della giungla in cui versa questo settore e gridare rispetto e dignità per chi è costretto ad accettare quelle tristi condizioni di lavoro pur di avere un minimo reddito.

Ci piacerebbe che il Premier Renzi venisse a conoscere queste realtà, a vedere realmente cosa succede nel mondo del lavoro; parla di una sociuetà che non può avere lavoratori di serie A(al Premier ci verrebbe da chiedere se i lavoratori di TP e degli altri call center stabilizzati rientrano in questa categoria) e lavoratori di serie B: noi condividiamo, ma non vorremmo che la sua impostazione di rendere tutti uguali si volga verso il basso,cancellando l'art 18 e facilitando i licenziamenti, dove realtà come quella di questo call center siano legalizzate e normali.

                                                                                   Segr. Gen.le SLC CGIL Taranto

                                                                                             Andrea Lumino                                                                                                    


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