OVO: LA TERRIFICANTE INQUIETUDINE NOISE
Un velo di mistero esoterico ammanta gli Ovo: gruppo noise “rock” composto da Bruno Dorella e Stefania Pedretti. Lo confessiamo: ci accostiamo all'esibizione della band (al Gabba Gabba di Taranto nella notte dell'antivigilia di Natale) gravidi di curiosità e con una certa inquietudine. Le aspettative della vigilia non tradiranno le attese: la batteria di Dorella a ruggire ininterrottamente accompagnando il cantato “variopinto” e graffiante di Pedretti, impegnata in continue divagazioni dalle venature spiccatamente industrial e contornata da un'aura di nichilismo “animalesco”. Otto album all'attivo per la coppia ravennate che ha suonato a tutta per circa un'ora da brividi sottopelle e vibrazioni viscerali. Incontriamo il duo Dorella-Pedretti per una “chiacchierata” prodroma all'esibizione.
Dove nasce il progetto degli Ovo? Stefania Pedretti: “Ha inizio precisamente 13 anni fa: il primo tour lo abbiamo fatto nel dicembre del 2000. Io e Bruno (Dorella ndr) curavamo altri progetti ma avevamo voglia di produrre qualcosa insieme. E' stato un gruppo di nostri amici americani a chiederci se avevamo voglia di andare in tour con loro, noi abbiamo colto l'occasione per formare questo duo. Inizialmente eravamo “freeform” dunque un progetto molto improvvisato con altri elementi che entravano in specifiche serate o in tour differenti. Dal 2002 siamo diventati un vero e proprio duo”
Siete etichettati da Wikipedia come gruppo “indie noise rock e rumorista” , voi come vi definireste? Bruno Dorella: “Troviamo difficile definirci. Diciamo che noise rock si avvicina abbastanza. “Indie” la prendo come significato letterale dunque indipendente visto che con l'indie rock abbiamo poco a che fare. Per quanto riguarda “rumorista”: mi fa pensare a esperimenti effettuati nel passato ma diversi dai nostri. Stefania: “Io aggiungerei anche il termine metalo hardcore, diciamo cose un po più cattivelle”
Quanto vi ha aiutato essere un duo nella programmazione delle date delle tournée, sopratutto avendo una strumentazione per così dire minimalista? Stefania: “Credo che essere un duo abbia aiutano noi e altri gruppi in questo periodo sia in Italia che all'estero. Sotto l'aspetto pratico ed economico diventa ad esempio comodo viaggiare in aereo anche all'estero rispetto a una band composta da 5 elementi. Diventa anche problematico mettere insieme le esigenze personali di più persone che magari devono trascorrere un mese e mezzo insieme durante un tour. Anche per la gestione del palco non siamo un gruppo invasivo proprio perchè siamo solo in due, diciamo pure che questo snellisce il processo del cambio palco”
Ci sono tanti “pettegolezzi” sul vostro conto: tematiche esoteriche...e tanto altro. Alcuni addirittura parlano di gruppo satanico. Voi rispetto a queste tematiche come vi definireste visto che c'è un alea di mistero sugli Ovo? Bruno: “Le tematiche esoteriche ci interessano prendendole con un po' di ironia...vedendole e studiandole. Siamo consapevoli che c'è un aspetto abusato sopratutto nell'estetica metal, ovviamente l'elemento è molto “giocato”, sopratutto Stefania è parecchio informata sull'argomento esoterico in generale. Io rispondo come risponde proprio Stefania sul tema del satanismo: “Per credere in Satana devi credere in Dio” quindi la cosa non ci riguarda. In realtà sono tematiche affascinanti che fanno parte dell'inconscio dell'uomo. Essendo poi vittime dell'heavy metal le abbiamo “subite” anche a livello estetico. Il nostro pensiero comunque è più vicino a tematiche anarchiche e politiche. Ad ogni buon conto nel rock è presente questo aspetto evocativo”
Spersonalizzati per un attimo: sei una fan degli Ovo. Cosa ti aspetti da un loro concerto? Stefania: “L'emozione: lo stesso motivo per cui suono. Vorrei un brivido!!! Rimarrei scontenta da fan se un concerto mi lasciasse piatta a livello celebrale. Da ascoltatrice ho bisogno di nuove esperienze sonore oltre che emozioni fisiche, diciamo una sorta di movimento viscerale che penetri anche nelle ossa. Noi speriamo di offrire questo ai nostri fan durante i concerti”
Il salvacondotto della musica italiana può essere il filone indipendente o meglio il rock indipendente? Bruno: “La scena italiana, a dire il vero, è molto viva sopratutto nel nostro mondo di “indipendenti”. Ci sono tanti gruppi anche qui in Puglia. C'è un certo movimento e una riscoperta da parte delle generazioni più giovani per il rock freeform. Ho però qualche dubbio che possa rappresentare il salvacondotto della musica italiana che purtroppo è rappresentata attualmente dalla “canzonetta” esportata. Penso che così sarà anche per i prossimi anni. Gli Ovo potranno girare in tutto il mondo esibendosi per centinaia di date ma alla fine la maggior parte andra a vedere sempre Renzo Arbore quando suona a New York. Siamo più famosi all'estero rispetto all'Italia? No, non mi piace sottolineare questo tipo di cose perchè alla fine ci fa più comodo pensare che in Italia sia tutto peggiore. Magari ci sono paesi dove “funzioniamo” di più, altri invece dove siamo seguiti come in Italia e altri ancora dove abbiamo un seguito minore. Tanti gruppi italiani in passato ci hanno marciato su questa cosa quando non ottenevano molto successo in Italia. Poi li vai a vedere ai concerti con il risultato che 50 persone ci sono in Italia e altrettante a Berlino. Mi piacerebbe che il salvacondotto per la musica italiana fosse quello che c'è di nuovo in giro, penso all'elettronica e alla contaminazione tra rock ed elettronica. Dovremmo riuscire a esportare questo tipo di musica. Purtroppo nel rock ci siamo creati una fama abbastanza triste a causa dell'attitudine poco professionale dei nostri grandi artisti e gruppi del settore. La scena italiana, comunque, nei prossimi anni potrebbe essere rappresentata a livello internazionale dal rock indipendente. Però lo ribadisco: se l'Italia vuole salvarsi dalla canzonetta deve ripartire con più coraggio dall'elettronica”
ASCOLTA L'INTERVISTA COMPLETA AGLI OVO: https://www.dropbox.com/s/85nx2qmvh5hkast/Ovo%20intervista.amr
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