Manuel Pera a TST: 'Gruppo H? Campi brutti e stretti; a Taranto non c'era società'
Il bomber della Recanatese: 'Rischiano la vita in "Arcelormittal", quindi potremmo giocare...'
DI ALESSIO PETRALLA
A parlare, a Tutto Sport Taranto, del momento particolare che sta vivendo il mondo intero per via del Coronavirus, a Tutto Sport Taranto, è l’ex bomber del Taranto, attualmente capocannoniere del girone F con 15 gol con la maglia della Recanatese Manuel Pera: “Vivo questi giorni in casa con la mia famiglia che finalmente mi sto riuscendo a godere. Per questo aspetto sono molto contento. E’, comunque, un periodo difficile che speriamo possa finire presto”.
STAGIONE PERSONALE: “Fino alla sospensione dei campionati ero capocannoniere del mio raggruppamento. Ho fatto bene fino a inizio febbraio quando tra febbre e infortunio ho giocato poco. Nel complesso è andata bene…”.
LA RIPRESA: “Al momento la vedo molto difficile visto che non si riesce a trovare una soluzione. Se non si dovesse giocare ora non vedo come si potesse a settembre visto che il virus, anche se in maniera molto ridotta per via del calo dei contatti, continuerebbe a vivere. Ho voglia di giocare ma allo stesso tempo non sono ipocrita e perciò dico che sarebbe importante scendere in campo anche per il lato economico: ci sono molti ragazzi che vivono da questo. La vedo dura ma bisogna trovare una soluzione: magari cercare di mantenere quanto più le distanze e giocare in periodi più caldi… C’è gente, a Taranto, che rischia la vita nell’azienda “Arcelormittal” per garantire il meglio per la famiglia e noi non dobbiamo giocare? Comunque dalla serie A alla serie D ho appreso che ci sono stati soltanto poco più di venti contagiati”.
LA SOLUZIONE: “Se non si dovesse riprendere a giocare promuoverei tutte le prime ed eviterei le retrocessioni allargando, eventualmente i raggruppamenti del prossimo campionato. Ci sarebbero mille soluzioni da poter apportare”.
SERIE D/H: “E’ sempre difficile per una questione ambientale: ci sono campi brutti e poco bel gioco. Per il Taranto è diventato una maledizione: ogni anno trova una compagine che gli da fastidio. Quest’anno il Bitonto ed altre. Spero che con una riforma possa risalire e che i tifosi possano tornare, così, allo stadio. La parte bassa? Ci sono tante squadre che si potevano continuare a dar battaglia. Il Nardò mi sta simpatico e conosco il direttore mentre ad Andria c’è Favarin che mi ha allenato. Eventualmente si giochi che vinca il migliore”.
DIFFERENZE DI GIRONI: “La differenza tra il mio girone e quello H è prettamente ambientale: in quello pugliese anche l’ultima in classifica conta mille spettatori: in quello F, ce ne sono molto meno tranne che a Campobasso. Ho militato in quello G ed F e in quello H in cui i campi sono più piccoli e non ti permettono di giocare”.
TARANTO: “Ho sofferto il fatto che la società non esisteva. Dal lunedì al sabato si pensava ad altri problemi. Quando arrivò Giove in cinque presenze segnai tre gol…”.
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