Giuseppe Cristaldi, autore del Nel nome di ieri, vincitore Premio Presidi del Libro, a Taranto
Giuseppe Cristaldi, lo scrittore salentino vincitore della prima edizione del Premio Presìdi del libro, è l'ospite d'eccezione della tappa a Taranto della Festa dei Lettori, in programma giovedì 28 settembre (ore 18) nella Libreria Gilgamesh (via Oberdan 45) per il Presidio del libro Rosa Pristina, con il patrocinio dell'assessorato all'Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia
L'autore presenterà proprio il lavoro vincitore del Premio Presìdi del libro, Nel nome di ieri, romanzo edito dalla casa editrice Besa per la quale nel 2008 aveva pubblicato, con cameo filmico di Franco Battiato e prefazione di Caparezza, Un rumore di gabbiani-Orazione per i martiri dei petrolchimici.
Nel nome di ieri Cristaldi racconta una struggente storia di amore e dolore, finita a causa di una curva di asfalto nel Salento. Un dramma che il protagonista, Sciffi, si trova ad affrontare cercando di ricucire faticosamente la propria vita dopo aver perso l'amata Claudia in un incidente stradale.
Ma vera protagonista incontrastata è la prosa visionaria e ricchissima dello scrittore salentino, già apprezzata in altri romanzi come il fortunato Belli di papillon verso il sacrificio (2014), Macelleria Equitalia (2013) e Nefrhotel (2011).
Nato a Parabita, in provincia di Lecce, nel 1983, Cristaldi ha debuttato nel 2007 con Storia di un metronomo capovolto e, tra i vari lavori, ha curato per Mondadori l'autobiografia del cantautore Cristiano De Andrè, La versione di C.. Da un po' di tempo vive in Sardegna e adesso torna in Puglia per presentare questo romanzo che lo consacra tra gli autori più apprezzati.
Nel nome di ieri ha, infatti, conquistato la giuria di lettori del Premio Presìdi del libro con una storia d'amore e morte. Come descrive la sinossi del libro, il destino t'ingoia il futuro a un giro di curva, una lingua d'asfalto fatta di granuli di catrame che litigano fra loro e inciampano nei tuoi sogni, distruggendoli: nato in una pizzeria di provincia, fra temporali di farina e tovaglie scozzesi, l'amore di Claudia e Sciffì si addormenta per sempre sulla curva della morte fra Matino e Taviano, dove la ragazza perde la vita in un incidente stradale. Da quel momento, per Sciffì, la lotta contro il dolore diventerà lotta contro lo scorrere del tempo e il suo potere di cancellare le cose. Perché i ricordi stanno sulla rampa di un macello, come bovini sfiancati, e attendono giusto un oblio, un varco, per cadere nelle macine del tempo. Ma Sciffì quei ricordi li riprende ogni volta, li tira per i capelli, fuori dal macello, fuori dall'oblio, li ripesca da quelle tasche della memoria che hanno buchi nascosti, da cui tutto scivola via. Fino a che il recupero dei ricordi diventa lievito di una nuova sfida per il futuro. Nel nome di ieri narra di genti che stanno dietro le quinte della vita, con le mani terrose e il cuore di viticci, una storia di disperazioni raccontate attraverso l'umiltà e un minimalismo di atti, sillabe, silenzi, fin dentro l'anima profonda di un Salento chino sui filari come sulla propria nudità meridionale.
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